ZAZA' Zaza | Page 5

e cappucci di silicone che sembravano usciti dal museo d’arte moderna e avrebbero fatto bella mostra su qualsiasi comodino, Isa aveva iniziato a dire che lavorava in una boutique un po’ particolare e con un certo orgoglio puliva come una casalinga innamorata mettendo sempre fiori freschi, Elena, nemmeno a parlarne, estasiata da uomini e donne che le raccontavano particolari intimi, nello spiegare le istruzioni per l’uso era così professionale e distaccata da riuscire a mettere a proprio agio anche i neofiti più imbarazzati che si guardavano intorno temendo sempre di essere scoperti da qualcuno e io, Eva la prima donna, ci passavo molto più tempo del previsto incantata dalla strampalata umanità che veniva a comprare, chiedere consiglio, raccontare e in fondo sognare. I miei pazienti che ascoltavo lamentarsi sdraiati su un lettino erano molto meno creativi, spiritosi e disponibili a mettersi in gioco. Ora si che mi sembrava tutto riconducibile al sesso, Freud credevo avesse analizzato le cose partendo dall’anima, ma adesso che le guardavo dalla parte del corpo, constatavo quanto veramente il miglior amico dell’uomo fosse il “pisello”. Il centro dei suoi pensieri, il suo orgoglio o il suo fardello, dall’infanzia alla vecchiaia secondo un istinto primordiale innato e trasmesso di generazione in generazione con virile orgoglio. E quanto, in fondo, lo fosse anche della donna, nessuna invidia dunque, ma un legame affettivo profondo, come diceva un articolo molto divertente che mi era capitato di leggere in quei giorni. Ovviamente dovevamo sperimentare in prima persona gran parte degli “accessori” per poterli consigliare o almeno sapere di cosa stavamo parlando, specialmente quando Mara tornava dalle fiere, la sera andavamo a casa con i compiti. 5