ZAZA' Zaza | Page 3

1 anno prima “Piccola bottega dei miracoli”, diceva il sottotitolo. Trattandosi di sesso nulla poteva essere più appropriato, ma il vero nome era “Zazà”. Nella città eterna a due passi da S. Pietro eravamo tutte un po’ Zazie bambina francese persa in un metrò, Zsa Zsa attrice ungherese dai molti mariti, Zazà protagonista sparita di una famosa canzone napoletana. Nella nostra laicità eravamo così convinte di agire nel bene dell’umanità che pensavamo anche il papa ci avrebbe dato la sua benedizione se avesse saputo quanto gestire un sexy shop significasse prendersi cura degli altri. Il caso ci aveva riunito, senza un vero desiderio di trasgressione e senza malizia. Ci eravamo ritrovate a gestire un sordido locale ereditato da una separazione trasformandolo in una boutique del piacere che a poco a poco si era rivelato più appropriato dell’immaginabile alla nostra personalità, amiche di vecchia data in cerca di una collocazione lavorativa dopo trascorsi molto diversi. Mara aveva affiancato per anni il vecchio proprietario, nella gestione amministrativa ridendone con me, d’altra parte il suo studio di commercialista seguiva varie attività, e tra i Blockbuster, altri noleggiatori video e catene di supermercati, le era toccato anche questo. Isabella “la separata ereditante” madre di due figli a tempo pieno, si era ritrovata senza alimenti a dover gestire l’attività lasciatale dal suo ex marito. Elena, l’unica decisamente interessata all’argomento, si era licenziata dalla agenzia di viaggi dove lavorava per partecipare all’impresa spinta dal desiderio di avere finalmente una creatura sua e mettere a frutto le nozioni che aveva imparato per diletto girando il mondo. 3