ZAZA' Zaza | Page 13

prendere troppo sul serio qualcosa che veramente mi aveva fatto perdere il controllo, togliendomi ogni remora come se non dipendesse da me e non fossi responsabile delle mie azioni. Ogni tanto intervenivo nelle discussioni sul “divanetto delle confessioni intime” dando consigli del cuore come “donna Letizia”. Gli amici non mi riconoscevano più, e temendo di far parte inconsapevolmente di qualche studio statistico mi guardavano con sospetto e i clienti si stupivano di vedermi cosi presente in tutte le varie attività, io assorbivo come una spugna tutto quello che pensavo mi sarebbe stato utile. Consuelo era sicuramente quella da cui avrei potuto imparare di più, in fatto di femminilità non aveva rivali. Mi aveva già insegnato a camminare sui tacchi a spillo, come accavallare le gambe e truccarmi camuffando qualche “piccolo difetto di fabbrica”, adesso tentava di ammorbidire la mia “esse” sostenendo che modulando il tono della voce e delle consonanti si potevano ottenere miracoli. Peccato che lei trans sud americana non capiva che non potevo addirittura fingere un accento straniero. Ascoltandola parlare mi sorprendevo della sua sensibilità e della sua cultura, a volte ripeteva a memoria poesie di Pablo Neruda o frasi di Vargas Llosa solo per farmi sentire la differenza di intonazione e l’effetto che produceva. Capivo sempre di più perché gli uomini ricorressero a lei lasciando a casa delle mogli stressate e stressanti che li avrebbero rimproverati (giustamente) per essersi dimenticati qualche cosa. D’altra parte la vita vera fa i conti con le bollette, la spesa e le lavatrici. Noi no, noi eravamo un piccolo angolo di paradiso. Intanto cercavo di documentarmi sull’oggetto dei miei desideri, era bastata una rapida consultazione su internet per scoprire che era un famoso fotografo, le sue collaborazioni spaziavano da Vogue al National Geographic, uno dei pochi che riusciva a muoversi tra glamour e solidarietà. Aveva 48 anni e, nato in un 13