prendere troppo sul serio qualcosa che veramente mi aveva fatto
perdere il controllo, togliendomi ogni remora come se non
dipendesse da me e non fossi responsabile delle mie azioni.
Ogni tanto intervenivo nelle discussioni sul “divanetto delle
confessioni intime” dando consigli del cuore come “donna
Letizia”. Gli amici non mi riconoscevano più, e temendo di far
parte inconsapevolmente di qualche studio statistico mi
guardavano con sospetto e i clienti si stupivano di vedermi cosi
presente in tutte le varie attività, io assorbivo come una spugna
tutto quello che pensavo mi sarebbe stato utile.
Consuelo era sicuramente quella da cui avrei potuto imparare di
più, in fatto di femminilità non aveva rivali. Mi aveva già
insegnato a camminare sui tacchi a spillo, come accavallare le
gambe e truccarmi camuffando qualche “piccolo difetto di
fabbrica”, adesso tentava di ammorbidire la mia “esse”
sostenendo che modulando il tono della voce e delle consonanti
si potevano ottenere miracoli. Peccato che lei trans sud
americana non capiva che non potevo addirittura fingere un
accento straniero. Ascoltandola parlare mi sorprendevo della sua
sensibilità e della sua cultura, a volte ripeteva a memoria poesie
di Pablo Neruda o frasi di Vargas Llosa solo per farmi sentire la
differenza di intonazione e l’effetto che produceva. Capivo
sempre di più perché gli uomini ricorressero a lei lasciando a
casa delle mogli stressate e stressanti che li avrebbero
rimproverati (giustamente) per essersi dimenticati qualche cosa.
D’altra parte la vita vera fa i conti con le bollette, la spesa e le
lavatrici. Noi no, noi eravamo un piccolo angolo di paradiso.
Intanto cercavo di documentarmi sull’oggetto dei miei desideri,
era bastata una rapida consultazione su internet per scoprire che
era un famoso fotografo, le sue collaborazioni spaziavano da
Vogue al National Geographic, uno dei pochi che riusciva a
muoversi tra glamour e solidarietà. Aveva 48 anni e, nato in un
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