XL, l'house organ di OPES anno 2, n°5, maggio 2020 | Page 20

AGENDA 2030 dal mondo del lavoro e senza possibilità di potevi rientrare. Indicativo di questo stato di cose una rilevazione dell’Istat che la dice lunga. Nel 2008 sono state lavorate 45,8 miliardi di ore, nel 2018 se ne sono lavorate solo 43,6, cioè circa il 5% in meno, a fronte di un maggior numero di persone al lavoro. Chiara indicazione di part-time involontari, cioè lavoratori impiegati solo parzialmente contro la loro volontà, che sono cresciuti in dieci anni del 131%, da 1,2 a 2,7 milioni di individui. I sottoccupati poi, cioè coloro che hanno lavorato meno ore di quelle che avrebbero voluto o potuto fare, sono aumentati dell’88%, da 365 mila a 668 mila individui. Ancora peggio si sono ritrovati coloro che hanno perso il lavoro senza avere più vent’anni e per loro due parole in più vanno spese perché per la maggior parte pagano colpe altrui, soprattutto quelle di una politica cieca, ottusa, ancorata a una burocrazia ottocentesca, che non ha saputo dare risultati, se non la chiusura di aziende quando si è fatto pagare al lavoro produttivo la volontà di ottenere voti a fronte del solito assistenzialismo all’italiana, fatto di prebende distribuite senza senno e senso (vedi reddito di cittadinanza). In ogni caso l’obiettivo 8, a livello mondiale, non arretra davanti a quelle che sono le priorità più avvertite e assolutamente da ottenere in tempi brevi. Ecco qui di seguito cosa ci chiede e si chiede l’Organizzazione Internazionale del Lavoro: • estirpare il divario della retribuzione tra i sessi e disoccupazione giovanile; • porre fine a tutte le forme di lavoro infantile e ufficializzare l’economia sommersa; • imprenditorialità e micro, piccole e medie imprese; • tutelare i diritti dei lavoratori e incentivare degli ambienti di lavoro sicuri; • lavoratori migranti. Tutti punti importanti che bisogna ottenere, con particolare attenzione ad alcune aree dove muoversi con maggiore incidenza, come ad esempio: protezione sociale, capacità delle piccole e medie imprese, occupazione giovanile, cancellazione a livello mondiale del lavoro infantile, diritti dei lavoratori, condizioni di lavoro sicure e migrazione. Tutti gli obiettivi, così come le aree programmatiche, sono comunque da considerarsi “fluidi” sotto l’aspetto delle priorità che ogni nazione 20