XL, l'house organ di OPES anno 2, n°2, febbraio 2020 | Page 23
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«Inizialmente avevamo deciso
di premiare, come accadeva a
Roma, un uomo ed una donna
che si erano particolarmente
distinti nella precedente stagione
sportiva – ha dichiarato il
Presidente del Comitato regionale
di OPES Piemonte Walter Palmero
-. Avevamo anche individuato i
due nomi, due atleti piemontesi
di indubbio grande valore, molto
blasonati e conosciuti, ma sentivo
che non era quello il messaggio
che volevo dare ai giovani della
mia città. Per questi due grandi
atleti lo sport è oramai diventato
un lavoro, mentre ciò che cercavo
erano
dei
comuni
ragazzi,
studenti, lavoratori, che alla sera,
rubando tempo alla famiglia, agli
amici, alla loro vita, si allenano
non solo per vincere una gara
ma soprattutto per conquistare
il loro sogno. Le paure e le
angosce ci hanno, chiaramente,
accompagnato fino all’ultimo. Ma,
alla fine, tutto ha funzionato, a
parte qualche piccolo intoppo ma,
si sa, questo è il bello della diretta.
Dall’accoglienza del pubblico ai
vari interventi dei diversi amici
che ci hanno onorato con la loro
presenza, portando un saluto,
tutto ha seguito il copione che
avevamo scritto e pianificato. La
premiazione è stata emozionante
e in certi punti devo dire toccante.
Questi atleti sono quattro vere
risorse che generano valore.»
Il premio consegnato agli atleti
è stato realizzato da un artigiano
specializzato nelle premiazioni
sportive. Partendo da decine
di bozze si è deciso quello che
doveva essere rappresentato
unitamente al logo di OPES. Il
Toro, simbolo della città che,
secondo la leggenda, fu fondata
da Fetonte, figlio della dea della
magia Iside che scelse la terra
pianeggiante dove sorge Torino
per la sua strategica posizione
geografica. Fu da lui prediletta per
la confluenza del fiume Po con il
fiume Dora; qui decise di innalzare
un centro di culto al dio Api che gli
antichi egizi rappresentavano
con le sembianze di un toro. Il
Po raffigura il sole, quindi la
parte maschile, mentre la Dora
simboleggia la luca, la parte
femminile. Insieme percorrono
la città formando una “Y”, che
nel simbolismo delinea il bivio:
la strada di destra diretta verso
il cielo, quella sinistra agli inferi.
La Mole Antonelliana, nata come
sinagoga e diventata poi la più
alta costruzione in mattoni
d’Europa. Il Mon Viso, detto anche
Re di Pietra, che con i suoi 3.841
metri di altezza risulta visibile
a 300 km di distanza. La stessa
visione che oltre un secolo e
mezzo fa affascinò Quintino
Sella nei suoi viaggi fra Torino e
Roma, convincendolo nell’agosto
1863 a salire la montagna e poi
a fondare, nello stesso anno, il
Club Alpino Italiano. Al temine
della premiazione è andato in
scena un flashmob davvero
significativo e portatore di un
messaggio sociale. Il gruppo della
coreografa Alessandra Forza,
in occasione del “1 Billion Rising
Solidairyt 2020”, ha portato in
scena una danza che ha visto delle
neomamme esibirsi con i loro figli
sulle spalle.
Il Comitato regionale di OPES
Piemonte,
infine,
ha
reso
pubbliche due nuove iniziative:
nel corso dei prossimi mesi sarà
lanciato “Turin Sport Experience”
e nel 2021 la prima edizione del
“Premio Città di Cuneo”.