XL, l'house organ di OPES anno 1, n°7, numero doppio agosto | settembre 2019 | Page 44
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la girandola di eventi e opportunità che è capace di offrire
la città è pressoché sterminata. La grande multiculturalità a
volte fa venire la sensazione di trovarsi in un aeroporto più
che in una città, e scoprire sul serio la cultura belga, fuori da
stereotipi, è difficile a Bruxelles ammesso che si possa parlare
di una sola cultura belga. I belgi tendono a stare lontani dalla
cosiddetta “Eurobubble” abitata da funzionari e addetti alle
istituzioni europee (Etterbek per esempio) o dal centro, invece
generalmente popolato di turisti provenienti da ogni dove, in
cerca di cibo, souvenir e divertimento a buon mercato. Amano
frequentare i quartieri più residenziali e a misura d’uomo come
Ixelles, Châtelain, St. Gilles, Uccle. Autentici gioielli abitativi e
ben serviti da trasporti e servizi comunali. Bruxelles è un’enclave
sorta a metà tra la regione fiamminga e quella francofona della
Vallonia, bolla metropolitana dove convivono differenti realtà,
un luogo di decisioni politiche ed economiche. Ma senza farci
risucchiare troppo dalla cosiddetta “Eurobubble” torniamo a
YEU e alle nostre attività quotidiane. YEU nasce a Strasburgo
nel 1986 su iniziativa di 120 giovani provenienti da 11 paesi
diversi. L’associazione è infatti un network che coinvolge realtà
associative e culturali molto diverse tra loro, culturalmente e
geograficamente; la sua stretta collaborazione con OPES, con
la quale condivide obiettivi e progettualità, dura ormai da
oltre quattro anni. La sua struttura di YEU è pensata da giovani
per i giovani, e coinvolge un pubblico attivo fino a trent’anni,
principalmente su base volontaria. Gli obiettivi sono indirizzati
alla realizzazione di attività per i giovani, con il fine di
promuovere una più stretta cooperazione e una migliore
comprensione incoraggiando lo scambio di informazioni,
idee e opinioni. Insomma, tutte attività che calzano a pennello
con il nostro lavoro quotidiano e con il nostro progetto
“L’Europa dietro l’angolo”.
Educazione non formale: uno strumento vincente. Durante
questa nostra esperienza belga, stiamo approfondendo l’utilizzo
delle metodologie di educazione non formale, particolarmente
apprezzate ed ampliamente utilizzate in UE. Questa
metodologia può essere spiegata con la formula “learning by
doing”, ovvero imparare direttamente sul campo. Il processo di
“Bruxelles è una città
straordinaria e grazie
alla partecipazione al
progetto di OPES stiamo
scoprendo nel concreto
cosa significhi essere
parte dell’Europa”.
I Volontari
del Servizio Civile