XL, l'house organ di OPES anno 1, n°3, marzo 2019 | Page 16

X-Files: L Sport Insights PAOLO DE VIZZI, I RECORD E LE IMPRESE SUBACQUEE OLTRE I LIMITI Se gli elementi naturali e l’ambiente in cui vive una persona potessero influenzarne il carattere, allora potremmo dire che i salentini sono solari, accoglienti, calorosi, resistenti, resilienti, sinceri e limpidi. In questo angolo d’Italia abitano uomini e donne dal cuore grande, coraggiosi e mossi da una forza d’animo e da una volontà che sono energia vitale allo stato puro. Un esempio è Paolo De Vizzi. Originario di Manduria, la città dei Messapi e del vino “Primitivo”, Paolo è un portento, un patrimonio della subacquea e dell’Italia, al pari degli ulivi millenari e dei muretti a secco della sua terra. 16 Nel 1996, all’età di 22 anni, rimane vittima di un gravissimo incidente stradale. La diagnosi è tragica e non lascia speranze: lesione midollare e paralisi dal busto in giù. La voglia di non arrendersi di un giovane salentino, il suo incommensurabile amore per la vita e le cure di un centro specialistico di Imola riescono a compiere un miracolo, trasformando quella lesione da permanente in temporanea. Tra una seduta di fisioterapia e l’altra, Paolo ritorna a vivere e scopre passioni apparentemente sopite o dimenticate. Una di questa è il contatto con l’acqua, elemento naturale che non può essere scisso dalle radici di un salentino. Del resto l’acqua cristallina del Mar Ionio che bagna Manduria è un invito a scoprire una dimensione diversa, un mondo sommerso che può solo lasciarti esterrefatto. Le immersioni subacquee gli regalano emozioni forti, intense, che vengono amplificate dalla bellezza e dai colori marini. Ogniqualvolta si cala la maschera e si attacca all’erogatore delle bombole percepisce vita, tantissima vita. Dopo le prime esperienze, per certi versi ricreative, nella testa di Paolo scatta un impulso: prendere il primo brevetto subacqueo. L’Open Water è soltanto il primo passo, perché nel giro di poco tempo ottiene la massima licenza per svolgere attività subacquee, considerata la sua disabilità. È l’inizio di una nuova fase della vita, di una missione da portare avanti per se stesso e per quelli come lui che ogni giorno devono fronteggiare un destino baro e beffardo o sono chiamati ad affrontare le avversità e gli ostacoli che si palesano nella vita. Il suo mantra “nella vita nulla è impossibile, basta volerlo” diventa un motto che alimenta le sue giornate e le sue sfide. Nel 2011, ad esempio, scende a 62 metri e 30 centimetri