UFOCTLINE N.9 (apr-giu 2013) | Page 3

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Si trattava di una base militare dell’ U. S. Army che fu apparentemente chiusa nel 1945, ma che in realtà fu occupata da un gruppo dell’ Office of Strategic Service(“ OSS”). A partire dal mese di ottobre del 1947, la base passò sotto l’ egida della CIA. A Camp Hale fu realizzato uno speciale eliporto, e l’ intera base fu utilizzata come un campo scuola per esercitazioni di pronto intervento, volte anche al ritrovamento e al recupero di eventuali relitti alieni incidentati. L’ unità“ IPU” dimostrò di attuare una ineccepibile condotta operativa in occasione del“ crash” che si verificò ad Aztec( New Mexico). In data 25 marzo del 1948, il capo del“ Majestic 12”, l’ Ammiraglio Roscoe H. Illenkoetter, che fu anche il primo direttore della CIA, ordinò al colonnello John W. Bowen dell’ USAF( Forza Aerea degli Stati Uniti), Comandante dell’” IPU”, di porsi a capo della sua squadra di pronto intervento per recarsi, a 12 km. a nord- est di Aztec( New Messico), per ivi recuperare sia i resti di un velivolo non identificato precipitato al suolo, di forma discoidale che misurava 30 metri di diametro, con una verosimile cabina di pilotaggio di circa 6 metri, sia i corpi dei 16 occupanti umanoidi, tutti deceduti in seguito allo schianto. La squadra operativa dell’ IPU intervenne con i suoi elicotteri per proteggere l’ area dell’ impatto, e per impedire agli intrusi di avvicinarsi e di curiosare. Il relitto incidentato e i minuscoli corpi degli alieni furono caricati a bordo di un convoglio, che fu mimetizzato e scortato, fino a raggiungere la base aerea di“ Los Alamos Air Field”, situata a nord di Santa Fe( New Mexico), anch’ essa adibita a sede operativa della CIA. Il relitto alieno vi rimase per circa un anno, per essere analizzato. Questa volta la notizia del“ crash” di Aztec non trapelò subito, e passarono circa quaranta anni prima che la verità su questo“ crash” venisse a galla. I pochi testimoni dell’ evento furono fatti zittire con le buone, e cioè con la corruzione, e alcuni furono ricattati e minacciati dai militari dell’ IPU. Nel pomeriggio di un giorno di marzo del 1948, è probabile che si fosse verificato un terzo caso di“ crash” a Socorro( New Mexico). Alcuni testimoni si dissero certi di avere visto un oggetto volante precipitare, di avere avvertito un boato, e poi di avere notato rottami metallici sparsi nella stessa zona dell’ impatto. Essi non segnalarono la presenza di corpi alieni nelle vicinanze del“ crash”. Inoltre, affermarono che un centinaio di militari impedirono l’ accesso al luogo ove si verificò l’ impatto. Più complesso ma più ricco di dati attendibili fu il“ crash” che si verificò il 7 luglio 1948 oltre il confine con il Messico, a circa 30 miglia da Laredo( Texas), nei pressi del fiume Sabinas. Trattandosi del territorio del Messico, il generale George Catlett Marshall, in qualità di Segretario di Stato, fu autorizzato dal governo messicano per prelevare i resti di un relitto aereo precipitato al suolo. Egli ordinò al già citato Colonnello John Bowen di porsi al comando dell’” IPU”, per recuperare quel relitto nella zona di Nueva Leon. L’ UFO era di forma discoidale. Sul luogo del“ crash” fu rinvenuto, adagiato nella vegetazione, il corpo di un umanoide inanimato, alto un metro e 30 cm., caratterizzato da un grosso cranio, non proporzionato al corpo, e da due mani con quattro dita sprovviste di pollice, che risultavano più lunghe di quelle umane, più sottili e simili ad artigli. Prima che i rottami fossero stati rimossi, i responsabili del laboratorio cine – fotografico dell’ IPU, vale a dire i fotografi e i cineoperatori che furono comandati ad eseguire foto e filmati segretissimi, raggiunsero il luogo dell’ impatto, e ripresero tutto lo scenario del“ crash”. Uno di loro esibì, tra i mesi di dicembre 1979 e gennaio 1980, due foto istantanee riguardanti il corpo dell’ alieno, e per questo motivo l’ ex agente segreto fu accusato di averle falsificate. Per essere scagionato da quella imputazione fornì ai periti sia le stampe che i negativi di quelle foto, che, sottoposti a verifica presso i laboratori della Eastman Kodak, non evidenziarono doppia esposizione o trucchi. Tutto il materiale alieno fu prelevato, scortato e trasportato su un convoglio che da Monterrey proseguì per Laredo, per poi raggiungere l’ Aeroporto” Kelly Field Air Force Base” di San Antonio( Texas), qui giunto fu caricato a bordo di un aereo cargo“ C – 5 Skymaster”, che decollò alla volta di“ Los Alamos Air Field”, ove fu custodito per essere analizzato. Intanto, in data primo agosto del 1948, fu istituito l’” AFOSI”, vale a dire l’” Air Force Office of Special Investigation”, l’ ufficio centrale per le investigazioni speciali dell’ Aeronautica Militare americana, incaricato di garantire la sicurezza delle operazioni svolte all’ interno e all’ esterno delle basi aeree mediante l’ attività investigativa dei suoi agenti. Esso fu strutturato in modo simile al più famoso“ Federal Bureau of Investigation”(“ FBI”), che aveva sempre dato prova di spiccata efficienza operativa. Gli agenti dell’” AFOSI” furono addestrati dai più preparati istruttori dell’ FBI. Nel 1949, essi svolsero una investigazione speciale sul personale, sulla sicurezza delle strutture e sui lavori svolti all’ interno del laboratorio di ingegneria inversa, situato all’ interno dell’” Air Field” di Los Alamos. Essi eccepirono molti rilievi, per cui il capo della CIA propose di trasferire il materiale alieno all’ interno dei locali“ Sandia” del“ Kirtland Air Force Base”( New Mexico). Tra i rottami alieni furono notati i segni di una presunta forma di scrittura, che i tecnici del laboratorio di Los Alamos tentarono invano di decifrare.. I vertici militari ne furono informati, e intervennero per fare istituire, in data 20 maggio 1949, l’” Armed Forces Security Agenzy”(“ AFSA”), vale a dire un’ agenzia militare interforze che espletò funzioni tecniche specializzate di intelligence, svolte anche allo scopo di decodificare quei segni grafici alieni. Nei locali“ Sandia”, furono fatti pervenire anche i pochi resti dell’ oggetto che il 6.12.1950 si schiantò nella zona fra El Indio e Guerrero lungo il confine tra il Texas e il Messico.