UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 9

Pagina 9 Sole e dell’Universo agiscono all’interno solido del flusso energetico quadridimensionale, e l’irrigidimento di queste forze vorticose equivale a ciò che crea la solidità del nostro spazio tridimensionale. L’anello che circonda una sfera può essere ricondotto alla rappresentazione della realtà fisica Ogni cosa che si vede e che si percepisce è solo la punta di un vortice invisibile che le gira intorno. Questa è la multidimensionalità, vale a dire la rappresentazione del nostro essere nella terza dimensione col nostro corpo fisico e in altre molteplici dimensioni. Ed è proprio questo il messaggio che gli antichi ci hanno lasciato in eredità, con la rappresentazione monumentale della sfera inglobata in un cerchio. Si tratta di un simbolo che rappresenta la realtà fisica multidimensionale. Questo e altri monumenti costituiscono i segni di un remoto sapere, lasciato nei monumenti di questo insolito e sacro sito dai nostri antenati. Sempre a Portella Zilla notai una costruzione composta da pietre squadrate e incastrate le une alle altre, molte delle quali avevano la stessa dimensione, con la particolarità che quelle situate più in cima erano della stessa larghezza ma più allungate. Esse ricoprivano una struttura dotata di una porta d’accesso rettangolare che dava a una a una camera interna a pianta circolare, sovrastata da una volta a forma di cupola. Una costruzione che mi riportava alla mente in modo impressionante la forma tipica dei cd. “trulli – nuraghi”. Si tratta di un edificio definito dagli archeologi “cuburro”, simile al “sese” dell’isola di Pantelleria, che verosimilmente fu ricavato dallo scheletro di un “dolmen”, correlato dalla presenza di un vicino “menhir” precipitato al suolo. Pochi anni prima ero stato in Sardegna per motivi di lavoro, e c’ero rimasto per quasi quattro anni. Sia in quest’isola che nella vicina Corsica meridionale ebbi l’opportunità di ammirare da vicino non solo i “menhir” e i “dolmen” ma anche e soprattutto: le “pietre sferiche”; le “statue – stele”; le “Domus de Janas”; le “Tombe dei Giganti”; i “cerchi di pietra”; e per l’appunto i tipici “trulli - nuraghi”. Quando poi giungemmo in località Portella Cerasa, e ci trovammo al cospetto di due imponenti “menhir”, ebbi l’immediata sensazione che tutti i monumenti di questo sito non fossero stati originati da uno scherzo della natura, a causa dell’erosione provocata dalle intemperie nel corso dei millenni, vale a dire dall’azione del vento, della pioggia e del ghiaccio. Ebbi subito l’impressione che quei monumenti ben potessero essere inseriti nel novero di quel fenomeno preistorico e globale definito “megalitismo”. Infatti, i “menhir” e i “dolmen” non si trovano solo in Corsica, in Sardegna, in Sicilia, e per l’appunto nell’Argimusco, ma anche e soprattutto: in Inghilterra; in Irlanda; in Portogallo; in Spagna; in Marocco; in Algeria; in Tunisia; in Siria; in Etiopia; in Francia; in Belgio; in Olanda; in Germania; in Danimarca; in Svezia; in Polonia; in Russia; nel Caucaso; in India; nel Tibet; in Cambogia; nella Corea del sud e persino in Mongolia. Si tratta di megaliti che furono realizzati nello stesso periodo, vale a dire parecchie migliaia di anni fa, verosimilmente in un’età preneolitica, e sono tutti strutturati allo stesso modo. Essi furono realizzati da un’unica civiltà che fu in grado di trasportare enormi blocchi di materiale roccioso, e di erigerli secondo un preciso allineamento, in luoghi e in punti del nostro pianeta che risultano parecchio distanti fra loro. Esiste un’unica architettura che ha creato i siti megalitici preistorici, ed è quella che appartiene a una civiltà avanzata, che disponeva di alte conoscenze. Oggi il sito di contrada Argimusco in Montalbano Elicona non si trova più in uno stato di abbandono, ed è diventato finalmente un sito protetto, in parte recintato, ed esistono sentieri che possono essere percorsi agevolmente a piedi, lungo i quali è possibile osservare buona parte delle strutture megalitiche in esso presenti. Le visite sono programmate e organizzate, e si svolgon