UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 8

Pagina 8 Il che potrebbe implicare l’esistenza di una vera e propria griglia energetica che avvolgerebbe il nostro pianeta, composta da linee sincroniche che costituiscono veri e propri tracciati energetici. Nei punti ove si intersecano le due linee energetiche che provengono da est – ovest e da nord – sud, sono situati i luoghi sacri, caratterizzati dalla presenza di costruzioni megalitiche. Dell’esistenza delle.”ley – lines” o “linee di prateria” si accorse per primo l’archeologo dilettante inglese Alfred Watkins. Egli intuì che i siti sacri preistorici fossero allineati e collegati tra loro da precise linee rette, costituite da piste e da sentieri, vale a dire da vere e proprie vie di comunicazione che interessano luoghi di rilevanza sociale e religiosa. John Michell approfondì gli studi condotti da Alfred Watkins, e giunse alla conclusione che i luoghi sacri caratterizzati da costruzioni megalitiche sorgono in precisi punti ove le “ley – lines” si incrociano, e in cui si concentrano elevate quantità di energia. In tempi remoti una civiltà avanzata avrebbe individuato sia le linee energetiche sia i relativi punti d’incrocio, per poterne sfruttare la potente energia. A questo scopo avrebbe eretto costruzioni megalitiche, capaci di sfruttare l’energia presente sia al di sotto della superficie terrestre, sia quella che si ottiene orientando le stesse strutture in modo che possano captare e convogliare non solo l’energia vitale del Sole, ma anche quella che deriva dall’influsso della Luna sulla Terra. Il sito archeologico dell’Argimusco si trova perciò collocato nel punto esatto ove le predette linee energetiche o “ley – lines” si incrociano. Ciò basta a spiegare la presenza dei megaliti proprio in questa località, situata su uno sperduto altipiano della Sicilia nord – orientale. Guardando questo complesso monumento a “L” da nord verso sud si nota, affiancato al suo vertice destro, la struttura di un “dolmen” molto più consistente, composto da due corposi ortostati, che sorreggono un masso di vistose proporzioni che funge da copertura. Esso reca l’ingresso rivolto ad est e perciò al sorgere del sole. I “dolmen” furono eretti in tempi remoti per utilizzare i flussi energetici provenienti dal nucleo terrestre, nonché dal Sole e anche quelli che derivano dalla gravitazione e dalla forza centripeta dovuta all’influenza esercitata dalla Luna sul nostro pianeta. Questi megaliti come del resto le piramidi e i “menhir” furono concepiti come accumulatori di energia, costruiti per catalizzare le energie telluriche di natura positiva che, tra l’altro, avrebbero potuto esercitare un’influenza benefica sulla salute e sulla psiche umana. Dopo la catastrofe globale che si verificò 12.000 anni fa – verosimilmente provocata dalla caduta di un asteroide che causò la scomparsa di una civiltà avanzata e che segnò il ritorno dell’uomo all’età della pietra – sembra che l’umanità abbia perduto la memoria relativa al vero scopo per il quale furono eretti questi megaliti. Quando l’umanità a causa del cd.”diluvio universale” rimase decimata, gli esseri umani superstiti, che girovagavano nomadi per il nostro pianeta in cerca di cibo notarono questi megaliti, eretti dalla precedente ed immensamente più evoluta generazione antidiluviana, ed avvertirono l’energia che questi monumenti emanavano. Essi considerarono queste strutture preesistenti come edifici sacri, e decisero di adibirle a luoghi di sepoltura. Una sepoltura destinata però a pochi eletti, v