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I “DISCHI” DI TAORMINA
Di Salvatore Foresta (CISU Catania)
La ricostruzione di un caso del lontano 1954 che non finisce mai di sorprendere.
Il caso noto come "la foto dei dischi di Taormina" ha sempre
riservato sorprese nel corso degli anni. In realtà non tanto per
la spiegazione del caso in se stesso (è ormai assodato che la
foto è un falso e che i due oggetti che caddero quel giorno sul
litorale messinese erano due palloni sonda), ma quanto per la
curiosità e le domande riguardanti la realizzazione della foto.
Fino al 1998 si sapeva poco del caso. Curiosamente infatti la
foto era più conosciuta all'estero che in Italia e, benché il
parere degli studiosi più seri era unanime nel ritenerla frutto di
un fotomontaggio non mancavano coloro che continuavano a
presentarla come se quelli ritratti fossero veri ufo. Ciò sicuramente anche a causa di quanto scrisse Ansel Talbert sul New
York Herald Tribune (che si pensava fosse la fonte primaria
del caso), nella sua edizione parigina del 10 dicembre 1954 e
cioè che gli esami cui la fotografia e la sua negativa erano stati
sottoposti non sembravano rivelare alcuna doppia esposizione
né trucchi. Non si conosceva con precisione nemmeno la data,
venendo essa variamente collocata tra la primavera e
l'autunno del 1954.
Attraverso quel poco che la stampa locale e nazionale aveva
scritto, il 19 novembre del 1954 due oggetti erano scesi su
Taormina e, dopo aver eseguito alcune evoluzioni, uno si era
perduto fra le montagne mentre l'altro era caduto in mare.
Alcuni pescatori del luogo andarono per recuperarlo, trovando
solo una specie di involucro. Nessun però pubblicò la foto e
quindi non c'era nemmeno la certezza che quest'ultima fosse
collegata al fatto, o se invece si trattasse di qualche altro caso.
Comunque il presunto avvistamento che, stando alle fonti
giornalistiche estere, aveva provocato scalpore nella popolazione finì per essere subito dimenticato. Nonostante le ricerche
degli storici del CISU molte domande rimanevano senza risposta, come ad esempio chi fosse Giuseppe Grasso che la
rivista statunitense "Look" indicava come l'autore della foto e
da dove essa avesse tratto alcune dichiarazioni pubblicate ad
egli imputate; da quale fonte avessero attinto Adolf Schneider
e Hubert Malthaner per confermare che l'autore della foto
fosse proprio Giuseppe Grasso e che si trattava di "una sua
costruzione"; da quale altra Margaret Sachs per aggiungere
che gli oggetti erano stati visti da "migliaia di persone" e che i
pretesi dischi si allontanarono solo al sopraggiungere di un
caccia dell'Aeronautica Italiana; ed infine come la foto avesse
varcato i confini dei nostro Paese, se trasmessa da un corrispondente della United Press o portata all'estero
dall'am