UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 15

Pagina 15 al nostro, ma che da una perfetta conduzione socio politica, si trasformò 12.000 anni fa in negativo, fino a degenerare per effetto del male che si era annidato nella sua classe governante. Tra l’altro, in questo libro si legge che nell’isola dedicata a Poseidone, vale a dire a Poseidonia, che fu la capitale di Atlantide, poco prima che si verificasse la catastrofe globale esisteva una setta il cui capo era Althot. Questi non era un comune mortale, poiché conosceva il destino di Atlantide, ed aveva predetto la sua fine. In quel tempo gli atlantidei erano in grado con i loro mezzi di scongiurare quel grave pericolo costituito da un asteroide infuocato che si sarebbe abbattuto a poca distanza dalle Colonne d’Ercole e da quel punto avrebbe proseguito, come una ruota infuocata, fino a provocare una catastrofe che avrebbe posto fine per sempre alla super civiltà di Atlantide. In quel drammatico frangente, gli Atlanti dei non solo non presero in seria considerazione quanto Althot aveva predetto, ma lo considerarono pazzo, e per questo motivo, essendo diventati malvagi, gli scoperchiarono il cervello. Tuttavia, con il cranio scoperchiato egli continuò a parlare rivolgendosi al suo allievo Baath, per dirgli di prepararsi ad una imminente ed inesorabile catastrofe che avrebbe cancellato per sempre la loro terra d’origine, ma al contempo lo consolò, mentre questi piangeva per quanto di terribile e inumano aveva visto, dicendogli che loro due si sarebbero rivisti in altre località e in altri tempi, quando la Terra si sarebbe ripopolata, allorché l’umanità avrebbe affrontato un nuovo ciclo vitale collettivo. Marsilio Ficino in questa sua opera sostenne che Althot fosse un essere mutante. Egli da tempo immemorabile si era già liberato dall’umano ciclo delle reincarnazioni. Quante volte il libro “De Anima” fu letto e riletto all’interno dei locali del castello di Montalbano Elicona? Da notare che il “Corpus Hermeticum” fu compilato da Ermete Trismegisto, il quale, contrariamente a quanto oggi si sostiene, non rappresenta la reincarnazione di Thot, poiché un essere che si reincarna non può essere considerato come un mutante, in quanto quest’ultimo risulta già liberato dal ciclo delle reincarnazioni. In realtà, Ermete Trismegisto era la reincarnazione di Baath, vale a dire l’allievo del “Maestro” Althot, che in un periodo successivo alla catastrofe globale, che colpì Atlantide, si tramutò in Thoth, che nell’antico Egitto fu considerato un dio. In realtà Thot fu il maestro di Ermete Trismegisto in Egitto, così come fu preannunciato da Althot a Baath alla vigilia della catastrofe globale. E all’interno del castello di Montalbano Elicona la storia si sarebbe ripetuta. Il maestro e l’allievo vissuti ai tempi di Atlantide e dell’antico Egitto si incontrarono nuovamente. Nel 1761, gli ambienti esoterici di Messina segnalarono la presenza in città di un personaggio eclettico e misterioso, denominato “Althotas”. Nello stesso anno e nella stessa città era presente un ex frate diciottenne che da poco aveva cessato di fare parte dell’Ordine della “Confraternita della Carità”, il cui nome corrispose a quello di Giuseppe Balsamo. I due per un breve periodo di tempo frequentarono la stessa setta rosacrociana che si riuniva periodicamente all’interno dei locali del castello di Montalbano Elicona. “Althotas” indossò le vesti del “Gran Maestro” e Giuseppe Balsamo quelle dell’allievo. I due si erano ritrovati a poca distanza dai monumenti atlantidei dell’Argimusco. “Althotas” non era uno pseudonimo, poiché, egli era un mutante. In quel contesto la sua entità equivaleva alla medesima persona del Conte di Saint – Germain, che perciò era identica in tutto e per tutto a quella di Althot e di Thot . Questo personaggio risulta compiutamente descritto da Patrick Riviere, autore de”Il Conte di Saint – Germain” (2007). Si trattava di un poliglotta, poiché parlava fluentemente in inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, greco e arabo. Le sue origini furono avvolte dal mistero, poiché egli non nacque come un comune mortale. Nel XVIII secolo, introdotto alla corte d Francia, risultò affiliato e poi insignito del titolo di Gran Maestro dell’Ordine dei Rosacroce. Egli fu un caro amico di Voltaire, con cui instaurò una fitta rete di corrispondenze epistolari. La sua prese