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al nostro, ma che da una perfetta conduzione socio politica,
si trasformò 12.000 anni fa in negativo, fino a degenerare
per effetto del male che si era annidato nella sua classe
governante. Tra l’altro, in questo libro si legge che nell’isola
dedicata a Poseidone, vale a dire a Poseidonia, che fu la
capitale di Atlantide, poco prima che si verificasse la
catastrofe globale esisteva una setta il cui capo era Althot.
Questi non era un comune mortale, poiché conosceva il
destino di Atlantide, ed aveva predetto la sua fine. In quel
tempo gli atlantidei erano in grado con i loro mezzi di
scongiurare quel grave pericolo costituito da un asteroide
infuocato che si sarebbe abbattuto a poca distanza dalle
Colonne d’Ercole e da quel punto avrebbe proseguito,
come una ruota infuocata, fino a provocare una catastrofe
che avrebbe posto fine per sempre alla super civiltà di
Atlantide. In quel drammatico frangente, gli Atlanti dei non
solo non presero in seria considerazione quanto Althot
aveva predetto, ma lo considerarono pazzo, e per questo
motivo, essendo diventati malvagi, gli scoperchiarono il
cervello. Tuttavia, con il cranio scoperchiato egli continuò a
parlare rivolgendosi al suo allievo Baath, per dirgli di prepararsi ad una imminente ed inesorabile catastrofe che
avrebbe cancellato per sempre la loro terra d’origine, ma al
contempo lo consolò, mentre questi piangeva per quanto di
terribile e inumano aveva visto, dicendogli che loro due si
sarebbero rivisti in altre località e in altri tempi, quando la
Terra si sarebbe ripopolata, allorché l’umanità avrebbe
affrontato un nuovo ciclo vitale collettivo. Marsilio Ficino in
questa sua opera sostenne che Althot fosse un essere
mutante. Egli da tempo immemorabile si era già liberato
dall’umano ciclo delle reincarnazioni. Quante volte il libro
“De Anima” fu letto e riletto all’interno dei locali del castello
di Montalbano Elicona? Da notare che il “Corpus Hermeticum” fu compilato da Ermete Trismegisto, il quale, contrariamente a quanto oggi si sostiene, non rappresenta la
reincarnazione di Thot, poiché un essere che si reincarna
non può essere considerato come un mutante, in quanto
quest’ultimo risulta già liberato dal ciclo delle reincarnazioni. In realtà, Ermete Trismegisto era la reincarnazione di
Baath, vale a dire l’allievo del “Maestro” Althot, che in un
periodo successivo alla catastrofe globale, che colpì Atlantide, si tramutò in Thoth, che nell’antico Egitto fu considerato un dio. In realtà Thot fu il maestro di Ermete Trismegisto
in Egitto, così come fu preannunciato da Althot a Baath alla
vigilia della catastrofe globale. E all’interno del castello di
Montalbano Elicona la storia si sarebbe ripetuta. Il maestro
e l’allievo vissuti ai tempi di Atlantide e dell’antico Egitto si
incontrarono nuovamente. Nel 1761, gli ambienti esoterici
di Messina segnalarono la presenza in città di un personaggio eclettico e misterioso, denominato “Althotas”. Nello
stesso anno e nella stessa città era presente un ex frate
diciottenne che da poco aveva cessato di fare parte
dell’Ordine della “Confraternita della Carità”, il cui nome
corrispose a quello di Giuseppe Balsamo. I due per un
breve periodo di tempo frequentarono la stessa setta rosacrociana che si riuniva periodicamente all’interno dei
locali del castello di Montalbano Elicona. “Althotas” indossò
le vesti del “Gran Maestro” e Giuseppe Balsamo quelle
dell’allievo. I due si erano ritrovati a poca distanza dai
monumenti atlantidei dell’Argimusco. “Althotas” non era
uno pseudonimo, poiché, egli era un mutante. In quel
contesto la sua entità equivaleva alla medesima persona
del Conte di Saint – Germain, che perciò era identica in
tutto e per tutto a quella di Althot e di Thot . Questo
personaggio risulta compiutamente descritto da Patrick
Riviere, autore de”Il Conte di Saint – Germain” (2007). Si
trattava di un poliglotta, poiché parlava fluentemente in
inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, greco e
arabo. Le sue origini furono avvolte dal mistero, poiché egli
non nacque come un comune mortale. Nel XVIII secolo,
introdotto alla corte d Francia, risultò affiliato e poi insignito
del titolo di Gran Maestro dell’Ordine dei Rosacroce. Egli fu
un caro amico di Voltaire, con cui instaurò una fitta rete di
corrispondenze epistolari. La sua prese