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loro intendimento occultarla, in nome di una nuova concezione architettonica che avrebbe dovuto cancellare le orme
pagane, allo scopo di fare risaltare la nuova realtà espressa
dal cristianesimo. Tuttavia, il riconoscimento di una potenza teurgica insita nei megaliti di questo altipiano richiamò la
presenza a Montalbano Elicona anche degli arabi astronomi e alchimisti, i quali individuarono e cercarono di sfruttare
a loro vantaggio la preziosa fonte esoterica rappresentata
dai megaliti. Poi fu la volta dei Templari, la cui presenza fu
segnalata a Messina sin dal 1138. Essi ebbero modo di
osservare i megaliti, e ne furono attratti. Anch’essi crearono
una base logistica nel casale di Montalbano Elicona, e la
individuarono nel maniero creato dai bizantini e poi riadattato dagli arabi. Ormai da parecchio tempo i Cavalieri
Templari da umili frati combattenti erano diventati uno Stato
dentro lo Stato, e i loro capi si trasformarono in “Gran
Maestri”, e si dedicarono alle pratiche occulte. Nel 1210,
Federico II di Svevia decise di edificare un castello sugli
stessi resti dell’antico maniero che in precedenza era stato
occupato dagli arabi e poi dai Templari. In quello stesso
anno i Cavalieri Templari furono sfrattati da Montalbano
Elicona, proprio per consentire l’edificazione di un nuovo
castello. Infatti, nel predetto anno Guglielmo “Maestro
dell’Ordine del Tempio in Sicilia” ricevette in donazione da
Federico II un grande lascito di terre nei territori di Caltagirone, Grammichele, Scordia e Lentini. I Cavalieri Templari
riposero i loro interessi esoterici anche sui megaliti del
Monte San Basilio e dei Campi Leontini. Infatti, occuparono
un caseggiato sul Monte San Basilio, e furono proprio loro
a creare l’invaso del lago artificiale di Lentini. Ma ben presto
i Templari diventarono anche depositari di beni e tesorieri,
svolsero funzioni bancarie a livello internazionale, fino a
diventare autonomi dal potere laico, e indipendenti di fatto
da quello papale, per cui vennero in contrasto con le stesse
strutture statali. Fu così che Federico II li espulse dalla
Sicilia. Questo castello che fu concepito come una fortezza
da Federico II, fu trasformato in una reggia, che Federico III
d’Aragona destinò a sua residenza estiva. La personalità di
questo re di Sicilia era ben diversa da quella del suo
predecessore. Egli era intimo amico del mistico catalano
Raimondo Lullo, che era non solo un filosofo, seguace di
Aristotele, di Platone e di Agostino d’Ippona, ma anche
teologo, medico, e soprattutto una persona che si occupò
di alchimia. Tra le sue ragioni di vita ci fu sempre quella di
auspicare il ritorno delle crociate, per potere convertire gli
arabi al cristianesimo. Un altro suo caro amico nonché
medico personale fu Arnaldo da Villanova, che era anche
lui di origine catalana.Questi fu un abile politico, poiché
riuscì nel suo intento di fare aprire un negoziato con la
Francia in modo da consentire allo stesso Federico III di
conservare il titolo di re di Sicilia. Egli fu soprattutto un
alchimista, un frequentatore assiduo delle rupi
dell’Argimusco, talmente legato a questi luoghi che nel suo
testamento dispose che il suo corpo fosse seppellito proprio all’interno del castello di Montalbano Elicona. Quale
arcano mistero si nascondeva dentro questo misterioso
castello? Federico III d’Aragona amava circondarsi di personaggi eclettici, di filosofi, di astronomi e di personalità
che teorizzavano e che praticavano le scienze occulte e la
magia. Tutta la sua vita fu dedicata alla scoperta di nuove
conoscenze che egli apprese nel corso di riunioni che
indisse nella stanza più riservata del suo castello. Dopo la
sua morte le cose non cambiarono.
Quel castello continuò ad essere frequentato, e diventò la
sede di riunioni segrete, che si susseguirono dal XV al XVIII
secolo. All’interno dei locali del castello si radunarono persone altolocate e influenti, che non uscirono mai allo scoperto, in quant