UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 14

Pagina 14 loro intendimento occultarla, in nome di una nuova concezione architettonica che avrebbe dovuto cancellare le orme pagane, allo scopo di fare risaltare la nuova realtà espressa dal cristianesimo. Tuttavia, il riconoscimento di una potenza teurgica insita nei megaliti di questo altipiano richiamò la presenza a Montalbano Elicona anche degli arabi astronomi e alchimisti, i quali individuarono e cercarono di sfruttare a loro vantaggio la preziosa fonte esoterica rappresentata dai megaliti. Poi fu la volta dei Templari, la cui presenza fu segnalata a Messina sin dal 1138. Essi ebbero modo di osservare i megaliti, e ne furono attratti. Anch’essi crearono una base logistica nel casale di Montalbano Elicona, e la individuarono nel maniero creato dai bizantini e poi riadattato dagli arabi. Ormai da parecchio tempo i Cavalieri Templari da umili frati combattenti erano diventati uno Stato dentro lo Stato, e i loro capi si trasformarono in “Gran Maestri”, e si dedicarono alle pratiche occulte. Nel 1210, Federico II di Svevia decise di edificare un castello sugli stessi resti dell’antico maniero che in precedenza era stato occupato dagli arabi e poi dai Templari. In quello stesso anno i Cavalieri Templari furono sfrattati da Montalbano Elicona, proprio per consentire l’edificazione di un nuovo castello. Infatti, nel predetto anno Guglielmo “Maestro dell’Ordine del Tempio in Sicilia” ricevette in donazione da Federico II un grande lascito di terre nei territori di Caltagirone, Grammichele, Scordia e Lentini. I Cavalieri Templari riposero i loro interessi esoterici anche sui megaliti del Monte San Basilio e dei Campi Leontini. Infatti, occuparono un caseggiato sul Monte San Basilio, e furono proprio loro a creare l’invaso del lago artificiale di Lentini. Ma ben presto i Templari diventarono anche depositari di beni e tesorieri, svolsero funzioni bancarie a livello internazionale, fino a diventare autonomi dal potere laico, e indipendenti di fatto da quello papale, per cui vennero in contrasto con le stesse strutture statali. Fu così che Federico II li espulse dalla Sicilia. Questo castello che fu concepito come una fortezza da Federico II, fu trasformato in una reggia, che Federico III d’Aragona destinò a sua residenza estiva. La personalità di questo re di Sicilia era ben diversa da quella del suo predecessore. Egli era intimo amico del mistico catalano Raimondo Lullo, che era non solo un filosofo, seguace di Aristotele, di Platone e di Agostino d’Ippona, ma anche teologo, medico, e soprattutto una persona che si occupò di alchimia. Tra le sue ragioni di vita ci fu sempre quella di auspicare il ritorno delle crociate, per potere convertire gli arabi al cristianesimo. Un altro suo caro amico nonché medico personale fu Arnaldo da Villanova, che era anche lui di origine catalana.Questi fu un abile politico, poiché riuscì nel suo intento di fare aprire un negoziato con la Francia in modo da consentire allo stesso Federico III di conservare il titolo di re di Sicilia. Egli fu soprattutto un alchimista, un frequentatore assiduo delle rupi dell’Argimusco, talmente legato a questi luoghi che nel suo testamento dispose che il suo corpo fosse seppellito proprio all’interno del castello di Montalbano Elicona. Quale arcano mistero si nascondeva dentro questo misterioso castello? Federico III d’Aragona amava circondarsi di personaggi eclettici, di filosofi, di astronomi e di personalità che teorizzavano e che praticavano le scienze occulte e la magia. Tutta la sua vita fu dedicata alla scoperta di nuove conoscenze che egli apprese nel corso di riunioni che indisse nella stanza più riservata del suo castello. Dopo la sua morte le cose non cambiarono. Quel castello continuò ad essere frequentato, e diventò la sede di riunioni segrete, che si susseguirono dal XV al XVIII secolo. All’interno dei locali del castello si radunarono persone altolocate e influenti, che non uscirono mai allo scoperto, in quant