UFOCTLINE N.14 - (Apr - Ago 2014) | Page 13

Pagina 13 . Poco più a nord esiste un megalite che reca la parte superiore affusolata, e che presenta alla base una incavatura simile a una nicchia. Si tratta di un artefatto che mostra i segni evidenti di modifiche apportate alla sua originaria struttura preistorica, probabilmente eseguita in un’epoca che segna il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, per cui è ormai impossibile fare ipotesi relative al suo originario e preesistente significato simbolico. Ancora più a nord si trova ubicato un megalite cubico che potrebbe essere stato utilizzato non solo come “Torre” di un remoto osservatorio astronomico ma anche come un portale ultradimensionale. L’ipersfera quadridimensionale che ho citato in precedenza, è stata anche rappresentata dai fisici con l’ipercubo. Si tratta di un cubo situato all’interno di un cubo. Questa figura geometrica composta da sei facce costituite da quadrati uguali, con all’interno una identica struttura di dimensioni più ridotte, chiamato anche “tetragrammaton” dagli alchimisti, può essere considerata come una versione squadrata della succitata ipersfera. I tasselli di pietra inseriti nei megaliti potrebbero essere rappresentazioni monumentali della realtà fisica multidimensionale. Anche questo è un monumento che reca un messaggio che i nostri remoti antenati ci hanno lasciato in eredità. Si tratta di un manufatto che dimostra come una civiltà preistorica avanzata conoscesse non solo la geometria ma anche la fisica e la teoria dei quanti. Una civiltà avanzata che disponeva dei mezzi tecnici necessari per muoversi tra le dimensioni, ed ha lasciato le tracce di questo suo sapere in questo megalite antidiluviano a forma di cubo. Ma chi furono i realizzatori di questi megaliti? Dopo la catastrofe globale verificatasi dodicimila anni fa, la Sicilia fu frequentata da uno sparuto nucleo di individui scampati all’apocalisse. Essi avendo ormai perduto ogni tecnologia ritornarono all’età della pietra. Trattandosi di trogloditi è impossibile ipotizzare che essi fossero stati capaci di assemblare questi monumenti megalitici. A cominciare da quando la Sicilia fu ripopolata, in essa si susseguirono varie tribù, come quelle dei Sicani e in seguito vi si insediarono gli Ausoni, gli Elimi e poi i Siculi. Si trattava di popolazioni primitive anch’esse incapaci di erigere opere così imponenti. In seguito arrivarono i greci, come detto, nel VII secolo a.C., i quali furono sicuramente attratti dall’imponenza dei megaliti e dalla loro disposizione, tanto è vero che imposero il nome di “Helicon” a questa località della Sicilia, ma non ne furono i realizzatori, poiché non esprimevano le loro opere con simili monumenti, che peraltro erano preesistenti alla loro venuta in Sicilia. Dopo i greci, in Sicilia si susseguirono i romani, i bizantini, gli arabi, i normanni, gli angioini e gli aragonesi, che furono sicuramente attratti da questi monumenti, ai quali è possibile che abbiano apportato modifiche, ma è altrettanto sicuro che di essi non ne furono gli originari autori. Ciò fa supporre che sia stata una civiltà antidiluviana e avanz