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. Poco più a nord esiste un megalite che reca la parte
superiore affusolata, e che presenta alla base una incavatura simile a una nicchia. Si tratta di un artefatto che
mostra i segni evidenti di modifiche apportate alla sua
originaria struttura preistorica, probabilmente eseguita in
un’epoca che segna il passaggio dal paganesimo al
cristianesimo, per cui è ormai impossibile fare ipotesi
relative al suo originario e preesistente significato simbolico. Ancora più a nord si trova ubicato un megalite cubico
che potrebbe essere stato utilizzato non solo come
“Torre” di un remoto osservatorio astronomico ma anche
come un portale ultradimensionale. L’ipersfera quadridimensionale che ho citato in precedenza, è stata anche
rappresentata dai fisici con l’ipercubo. Si tratta di un cubo
situato all’interno di un cubo.
Questa figura geometrica composta da sei facce costituite da quadrati uguali, con all’interno una identica struttura di dimensioni più ridotte, chiamato anche
“tetragrammaton” dagli alchimisti, può essere considerata come una versione squadrata della succitata ipersfera.
I tasselli di pietra inseriti nei megaliti potrebbero essere
rappresentazioni monumentali della realtà fisica multidimensionale. Anche questo è un monumento che reca un
messaggio che i nostri remoti antenati ci hanno lasciato
in eredità. Si tratta di un manufatto che dimostra come
una civiltà preistorica avanzata conoscesse non solo la
geometria ma anche la fisica e la teoria dei quanti. Una
civiltà avanzata che disponeva dei mezzi tecnici necessari per muoversi tra le dimensioni, ed ha lasciato le
tracce di questo suo sapere in questo megalite antidiluviano a forma di cubo. Ma chi furono i realizzatori di questi
megaliti? Dopo la catastrofe globale verificatasi dodicimila anni fa, la Sicilia fu frequentata da uno sparuto nucleo
di individui scampati all’apocalisse. Essi avendo ormai
perduto ogni tecnologia ritornarono all’età della pietra.
Trattandosi di trogloditi è impossibile ipotizzare che essi
fossero stati capaci di assemblare questi monumenti
megalitici. A cominciare da quando la Sicilia fu ripopolata,
in essa si susseguirono varie tribù, come quelle dei
Sicani e in seguito vi si insediarono gli Ausoni, gli Elimi e
poi i Siculi. Si trattava di popolazioni primitive anch’esse
incapaci di erigere opere così imponenti. In seguito arrivarono i greci, come detto, nel VII secolo a.C., i quali
furono sicuramente attratti dall’imponenza dei megaliti e
dalla loro disposizione, tanto è vero che imposero il nome
di “Helicon” a questa località della Sicilia, ma non ne
furono i realizzatori, poiché non esprimevano le loro
opere con simili monumenti, che peraltro erano preesistenti alla loro venuta in Sicilia. Dopo i greci, in Sicilia si
susseguirono i romani, i bizantini, gli arabi, i normanni, gli
angioini e gli aragonesi, che furono sicuramente attratti
da questi monumenti, ai quali è possibile che abbiano
apportato modifiche, ma è altrettanto sicuro che di essi
non ne furono gli originari autori. Ciò fa supporre che sia
stata una civiltà antidiluviana e avanz