Tutti i Bollettini di AMys IL BOLLETTINO DI AMYS nr. 46-2019 | Page 13
Mothman Prophecies e lo propose a Sonzogno, che
me ne affidò la lettura. Lo consigliai caldamente
all'editore e mi candidai alla traduzione. Di nuovo
considerai Mothman come argomento per Martin,
stavolta in un romanzo, ma poi la serie narrativa
rimase ferma per dodici anni ed ebbe un'ulteriore
pausa di tre anni dopo il
. Nell'estate del
,
giunto alla fine de La Donna Leopardo , non avevo
ancora deciso chi fossero i nemici con cui era in
guerra Agarthi, ma nei mesi successivi continuai a
ripensare alle teorie di John A. Keel. Pur essendo un
celebre mystero americano, Mothman non era mai
apparso nell'universo del BVZM ce n'era uno in un
episodio della serie animata, ma era il prodotto di
un esperimento di ibridazione e non aveva niente a
che fare con il mito. In sostanza, l'Uomo Falena era
libero . Così finalmente ho potuto farlo entrare nel
mondo di Martin.
Andrea carlo cappi,
Alfredo castelli,
Carlo recagno
C.B. - Quali sono gli altri mysteri citati nel roman-
zo?
A.C.C. - Dalla Storia o presunta tale ci sono la ma-
ledizione lanciata nel
dal capo indiano Hokole-
skwa, il mito cinese della fenghuang e le apparizioni
di altre creature che potrebbero essere imparentate
con Mothman l'Uomo Drago, il Jersey Devil, l'Urla-
tore di Friburgo... forse anche il misterioso Spring-
Heeled Jack della Londra vittoriana. Dalla mia fan-
tasia arrivano invece il misterioso Unsub X, cui è
attribuita una lunga serie di omicidi, e il reperto
archeologico impossibile che il professor Kiao
mostra a Martin proprio mentre questi si sta occu-
pando del caso dell'Uomo Volante. In realtà que-
st'ultima vicenda, ricollegata a Mothman, non si è
verificata a New York nel
bensì a Chicago e
dintorni nel
- . Ho anche fatto, in proposito,
uno scherzoso riferimento a Superman di cui que-
sto anno si sono celebrati ottant'anni di fumetti,
mentre nell' ricorreva il suo cinquantennale. Poi
c'è anche un cameo degli Uomini in Nero!
C.B. - Il tuo rispetto della continuity mysteriana è
eccezionale: sei riuscito a incastrare perfettamen-
te anche questo nuovo episodio nella lunga saga
mysteriana, in modo tale che si può dire che esso
sia, anche sotto questo punto di vista, pienamente
nel canone del MM classico . Dove si collocano
le varie parti del romanzo rispetto alla continuity
degli albi a fumetti?
A.C.C. - Nei fumetti la regola – ove non diversa-
mente specificato all'interno della storia – è che l'av-
ventura di Martin si svolga nel periodo in cui esce
l'albo corrispondente. Tuttavia molte storie, che
hanno uno svolgimento temporale di qualche gior-
no, sono state pubblicate nell'arco di un albo e mez-
zo, con un numero che ospitava la fine di una vicen-
da e il principio di un'altra, che ha inizio qualche
tempo dopo. Quindi ci sono alcuni... interstizi tem-
porali in cui posso inserire un episodio senza turba-
re la continuity. Qui la trama che riguarda Martin si
svolge interamente nell'agosto
, subito dopo
l'avventura irlandese del Piccolo Popolo.
C.B. - Andrea, i tuoi libri sono particolarmente ap-
prezzati perché se, da un lato, le atmosfere e i per-
sonaggi sono senza alcun dubbio castelliani , con
uno straordinario rispetto e aderenza al BVZM dei
primi anni, dall'altro lato, la modalità di narrare,
l'alternare i piani temporali, la scelta dei dettagli
delle scene e del modo in cui si comportano i per-
sonaggi, dei loro singoli punti di vista sono asso-
lutamente i tuoi. E queste due cose si legano per-
fettamente.
A.C.C. - Per quanto riguarda Martin, credo di esse-
re riuscito a sfruttare alcuni elementi che ho in co-
mune con Alfredo per entrare nella personalità del
protagonista, in modo da ragionare come il
BVZM. Be', non è un caso se ho battezzato un mio
personaggio Stanislawsky , come il celebre metodo
di recitazione è una tecnica che cerco di adottare già
quando scrivo di personaggi miei, ma soprattutto
quando scrivo di personaggi altrui. Come lettore io
stesso, non amo i tradimenti, quindi considero fon-
damentale che chi conosce il Martin dei fumetti anni
Ottanta possa ritrovarlo nei miei romanzi. Una mia
caratteristica, che dai commenti apparsi su Facebook
vedo essere stata apprezzata anche ne Le guerre nel
buio , è quella di dare un minimo di spessore a per-
sonaggi destinati a comparire solo per poche pagi-
ne. Poi ce ne sono alcuni, come appunto la Donna
Leopardo, che talvolta rubano persino la scena ai
protagonisti.