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Vaticani). Dalla metà del XVI se-
colo (dopo il Concilio di Trento)
alla metà del XIX secolo ebbe qui
una sua sede il Santo Uffizio o
Tribunale dell'Inquisizione. Un'al-
tra prova di questa presenza si
ha grazie ad un intero processo
del 1726, scampato ai sac-
cheggi, rinvenuto a Dublino, nel
quale viene descritta la fuga di
Domenico Ciabocchi, condan-
nato per eresia in quanto bi-
gamo, che strangolò il vivandiere
e fuggì. Su un lato della sala una
piccola porta permette l'accesso
ad una cella carceraria. Le pareti
della cella sono avvolte da un
gran numero di segni graffiti. Per
lasciare una traccia indelebile
della loro sofferenza e non
avendo a disposizione carta o in-
chiostro, i prigionieri usarono un
coccio appuntito sull'intonaco
bianco. In questo modo nomi, schiare che venissero cancellati,
date e simboli sono potuti arri- Lombardini affidò i suoi mes-
vare fino ai giorni nostri. Dopo se- saggi di pace, libertà e giustizia
coli di silenzio è riemersa la storia ad un linguaggio con simboli
di un prigioniero, che trascorse in massonici, alchemici e cabalistici
quella cella almeno 90 giorni fra incisi secondo un preciso dise-
il 1759 e il 1760, Giuseppe An- gno mentale. Grazie ai docu-
u
drea Lombardini. Per non ri- menti rinvenuti negli Archivi
TURISMO all’aria aperta 31