EMMA VILLAS THE MAGAZINE
E cioè che per quanto bello possa essere un treno d ’ epoca , per quanto evocativi possano essere i suoi arredi , lo spettacolo più importante resta quello là fuori , quella specie di film inquadrato dal finestrino in cui si susseguono i territori che stiamo attraversando . Vale sempre , ma forse vale anche di più se , come in questo caso , le terre intorno sono quelle toscane . Appena partito da Siena , in una mattina ancora brumosa , il convoglio attraversa la Val d ’ Arbia , poi la Valle dell ’ Ombrone , lungo la tratta di ferrovia che viaggia in direzione di Grosseto . Monte Antico è una delle stazioni di questo tragitto , ed è li che comincia davvero la Ferrovia Val d ’ Orcia , straordinario recupero di un “ ramo secco ” rimesso in piedi – come vedremo – soprattutto per passione . Prima però bisogna riposizionare la motrice e fare il pieno d ’ acqua , della quale serviranno 15.000 litri , goccia più goccia meno , in aggiunta ai quasi trenta chili di carbone necessari per ogni singolo chilometro , il che spiega perché questo tipo di alimentazione non sia più praticato ( se non per corse che per l ’ appunto hanno carattere “ d ’ epoca ”) da un mezzo di trasporto che invece risulta , in generale , tra i più sostenibili . La tratta “ salvata ”, insomma , misura poco meno di cinquantadue chilometri : va da Monte Antico ad Asciano , e congiunge le province di Grosseto e di Siena , tagliando in modo perpendicolare al mare un pezzo di Toscana per il quale è difficile tenere a bada gli aggettivi , attraverso la zona del Monte Amiata , le Crete Senesi , e la Val d ’ Orcia che dà il nome al tutto , anche in virtù di una notorietà dovuta al fatto che l ’ Unesco l ’ ha proclamata da tempo Patrimonio dell ’ Umanità .
“ Lo spettacolo più importante resta quella specie di film inquadrato dal finestrino in cui si susseguono i territori che attraversiamo ”
noise that gradually picks up speed , one first , obvious and fundamental thing comes to mind . And that is that no matter how beautiful a vintage train may be , no matter how evocative its furnishings , the most important spectacle remains the one out there , that kind of cinematic scene framed by the window in which we can see the glorious landscapes through which we ' re travelling . That is always the case , but perhaps even more so if , as on the Treno Natura , the landscape all around is Tuscany . Having just left Siena , on a still misty morning , the train crosses the Val d ’ Arbia and then the Valle dell ’ Ombrone , along the stretch of railway travelling in the direction of Grosseto . Monte Antico is one of the stations on this route , and it is there that the Val d ’ Orcia railway really begins , an extraordinary recovery of a “ dry branch ” brought back to its glory – as we will see – by a plan driven mainly by passion . First , however , we need to reposition the locomotive and fill up with 15,000 litres of water , give or take a few drops , in addition to the almost thirty kilos of coal required for every single kilometre . This explains why this type of fuel is no longer used ( except for “ vintage ” trips ) by a method of transport that is , in general , among the most sustainable . The “ rescued ” section measures just under 52 kilometres : it travels from Monte Antico to Asciano , and connects the provinces of Grosseto and Siena , cutting inland through a stunningly beautiful part of Tuscany that is truly breathtaking . The train travels through the Monte Amiata area , Crete Senesi and the Val d ’ Orcia , which gives its name to the entire railway , partly because of its increased profile after UNESCO proclaimed it a World Heritage .
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