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ANIMA /// Cinque bandiere UN v er d i mare con spiagge disseminate di bandiere blu; montagne fra le più alte e aspre dell’Appennino; colline talmente tipiche e inconfondibili che basta una foto per riconoscerle; perfino un lago di origine glaciale (il lago di Pilato)… non v’è dubbio, alle Marche non mancano bellezze naturali che la fanno degna di una visita e di un soggiorno. Da qualche tempo, tuttavia, il libro della natura marchigiana si è arricchito di un nuovo capitolo, da quando, cioè, è stato completato il censimento degli alberi monumentali ed è stata promulgata una legge che li tutela, la nr. 10 del 14 gennaio 2013. Tutto parte da molto lontano, da quando nel 1969 il WWF dà inizio all’Operazione Grande Albero, volta all’effettuazione di un censimento completo degli alberi monumentali italiani e conseguente promozione di una legge che li protegga. Come tutte le grandi cose, i decenni passano e la nave non vede mai l’approdo. Solo nel 1998, ministro dell’Ambiente l’onorevole Giovanna Melandri, si arriva alla definizione di un elenco di venti alberi campione, uno per ogni regione italiana. Nel 1982 parte il grande censimento del Corpo Forestale dello Stato; vengono schedati 22 mila alberi, fra i quali ne vengono selezionati 1500, 300 dei quali verranno inseriti nei due Grandi Volumi di“Gli alberi Monumentali d’Italia Nel 2013, finalmente, il Parlamento legifera in merito, lasciando però alle regioni e ai comuni il compito di censire gli alberi da sottoporre a tutela. Nella regione Marche circa 270 alberi sono stati scelti e posti sotto tutela. E allora proviamo a definire un albero bandiera per ognuna delle province della regione! ASCOLI PICENO Trent’anni fa, quando ancora la provincia era unica con Fermo, poteva esistere contesa fra l’Albero del Piccioni di Ascoli Piceno e la Cerquabella di Montegiorgio ma oggi, dopo la morte della rivale e la separazione delle province, il gigantesco platano di Ascoli resta il re indiscusso. Le dimensioni sono: m. 8,70 la circonferenza del fusto, 25 l’altezza, 25 la larghezza. L’età valutata è intorno ai 1000 anni; esiste, infatti, un documento notarile del 1109 che dimostrerebbe la sua esistenza in vita già a quell’epoca. Il fusto, vuoto, racchiude una stanza di m. 2,70 x 2,10 (una piccola camera). Il nome deriva dal “brigante” Giovanni Piccioni che si nascondeva dentro il fusto dell’albero per aspettare le carrozze in transito sulla Salaria e depredarle. In realtà Piccioni era un ex ufficiale dello Stato Pontificio il quale, dopo l’unificazione del Regno d’Italia, combatteva contro quello che egli considerava uno stato invasore per fedeltà a quel sovrano (il Papa) al quale aveva prestato giuramento. Piccioni venne catturato, travestito da frate, mentre stava alla stazione di San Benedetto del Tronto col proposito di fuggire; morì al carcere Malatesta di Ascoli Piceno. 28 / WHY MARCHE di VALIDO CAPODARCa