Test Drive | Page 26

ANIMA /// D o p o 55 anni , il G ian o to rna alla lu ce. Un fi u Fabriano, storia di un fiume (in)dimenticato... Il fiume e la città: un binomio inscindibile Da sempre il fiume ha rappresentato una condizione favorevole per l’insediamento umano, per lo sviluppo delle civiltà e di conseguenza per quello urbano, definendo l’assetto di una città e il suo sviluppo economico e culturale. Ciò è sicuramente vero fino ad un certo periodo della storia, almeno fino a quando la città ha perso memoria della sua importanza, fino a quando al fiume è stato riservato il ruolo di “servizio” all’industria ed è stato piegato alle esigenze antropiche. Il fiume ha così assunto, in alcuni casi, lo status di non luogo, uno spazio urbano residuale, un accessorio paesaggistico fastidioso e pericoloso. Al Giano che attraversa la post-industriale città di Fabriano, nella provincia di Ancona, è toccata questa stessa sorte. Acqua sotto il cemento. La tombinatura del fiume Giano Sono numerosi i fiumi nascosti sotto il calcestruzzo e il Giano non fa eccezione. Nel 1958, infatti, nella zona del centro storico, il fiume è stato definitivamente coperto da una coltre di cemento. L’intensa attività industriale che si era sviluppata in quegli anni aveva donato al fiume sgargianti sfumature di colore e un odore che gli conferì l’appellativo di “rigagnolo maleodorante”. Cattivo odore e pericolo inondazione sono le cause ufficiali della tombinatura del fiume, che da allora ha scorso sotto la pelle del centro storico, divenendo un superstite nel ricordo di alcuni cittadini e il protagonista di vecchie foto in bianco e nero. Dalla sua copertura fino ad oggi, il fiume Giano, silente e dimenticato, tornava a far parlare di sé solo in caso di emergenza idraulica. 26 / WHY MARCHE di STEFANia cecconi