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I PERCORSI DI WHY MARCHE Eremo di San Leonardo nella Gola dell’Infernaccio La Gola dell’Infernaccio è una delle meraviglie che la natura ci ha regalato. E proprio qui, nella pace offerta dai Sibillini, i primi seguaci di San Benedetto vollero costruire un eremo. In un secondo momento furono i monaci Camaldolesi, scesi dal monastero di Fonte Avellana, a far fiorire questo angolo nascosto rendendolo un centro di cultura e sviluppo. Ma come spesso accade, nel tempo, la fortuna dell’eremo cambiò tanto da farlo finire in stato di abbandono. E’ stato il Frate Cappuccino Pietro Lavini, lavorando praticamente in solitudine per 25 anni, a riconsegnarlo all’antico splendore e a ricostruire l’antico Priorato. Eremo Grotta dei Frati (Cassapalompo) Conosciuto anche con il nome di “S.Maria Maddalena De Specu”, per raggiungere l’eremo dovrete farvi una passeggiata a piedi di una mezzoretta, a partire da Villa di Montalto. Solo negli anni ’70 grazie a degli scavi archeologici questa meraviglia è stata riportata alla luce, diventando immediatamente meta di pellegrinaggi. La leggenda vuole che qui sia morta S. Maria Maddalena dopo aver passato in preghiera e in solitudine nell’eremo i suoi ultimi 30 anni. L’eremo è costituito da una grotta di 47 metri, una piccola cappella, una vasca per la raccolta delle acque e alcune costruzioni adibite ad abitazione. Eremo di San Marco (Ascoli Piceno) Quando lo si scorge, perfino da Piazza del Popolo, abbarbicato alla parete rocciosa del Colle San Marco, ci si chiede come abbiano potuto i monaci costruirlo e viverci. Ma la sua bellezza è davvero da rompere il fiato, come se sul colle fosse stato disegnato. L’eremo di San Marco è una memoria di arte e spiritualità molto importante per la città di Ascoli, ma anche per tutte le Marche. Sembra che a erigerlo siano stati i monaci dell’Ordine cistercense nel XIII secolo. Qui visse anche l’anacoreta Agostino, venerato dalla chiesa ascolana come santo e come patrono dagli eremiti che scelsero questi luoghi per vivere la loro esistenza. WHY MARCHE / 13