Tesi di Laurea di Davide Roberto in Etnomusicologia (Dams - Musica) Tesi di Laurea in Etnomusicologia di D. Roberto | Page 74
accompagnano il corteo di Carnevale che in processione attraversa tutte
le strade del paese seguendo il ritmo della musica.
Il Carnevale di Montemarano è quanto rimane di antichi cortei in preda
all’euforia e alla smania collettiva. Infatti nei festeggiamenti del
Carnevale confluiscono aspetti di diversi riti e ritualità pagane 140.
Innegabile è il carattere propiziatorio del Carnevale che richiama riti
agricoli di propiziazione della divinità e quindi del raccolto; evidente è
il carattere liberatorio satirico che determina l’impostazione antisociale.
Invano la Chiesa ha cercato di disciplinare il Carnevale 141.
Nella danza del Carnevale montemaranese spicca l’aspetto processionale
con danzatori disposti su due file secondo una determinata disposizione.
In avanti, procedono i bambini seguiti dagli adulti, mentre i suonatori
sono disposti in coda nella processione. L’ordine delle file è coordinato
dalla figura più importante: il Pulcinella capoballo 142, che armato di
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Ci si riferisce alla comunanza con antichi simboli di fecondità e della sessualità. Il Carnevale,
rispettando la sua natura di rito agricolo, non ha perso i simboli antichi della fecondità. L’ermafroditismo
è manifesto negli arredi delle maschere del corteo di Carnevale, nonché nelle maschere stesse. La vecchia
di Pulcinella, è una strana combinazione di due maschere: quella della vecchia e quella di Pulcinella, è un
elemento ermafrodita. E’ quanto rimane delle antiche divinità bifronti. I bifronti infatti erano ermafroditi.
La maschera è realizzata da un uomo travestito nella parte superiore del corpo, fino alla cintura, da
Pulcinella e dalla vita in giù da donna. Il personaggio femminile è costituito da un busto di pupattola con
braccio di stoffa, il quale, montato su di un bastone, viene fissato al corpo dell’uomo. Soggetto particolare
è anche la vecchia del Carnevale, maschio travestito da donna, che ostenta la propria femminilità nel
rigonfiamento del ventre, ed è simbolo vivente di ermafroditismo nell’unione del sesso maschile (l’uomo
che fa da maschera) e del sesso femminile (la maschera stessa). L’ambiguità maschio – femmina, su cui
gioca il travestimento della Vecchia di Pulcinella, ispira tutte le maschere che partecipano al corteo di
Carnevale. Infatti un tempo tutti i componenti del corteo erano maschi, anche quelli che impersonavano
personaggi femminili. Le motivazioni di questa tradizione, alcuni le hanno cercate nel moralismo della
Chiesa che avrebbe impedito alle donne di prendere parte come attori; altri nel maschilismo imperante
della società. In sostanza, comunque, il carattere rituale del Carnevale è da ricondurre anche a culti antichi
aventi per oggetto divinità femminili. Il Pulcinella, maschera che assomma tutti i simboli
dell’ermafroditismo, la cui figura, completata e prolungata dal grande cappellone, contribuisce a rievocare
uno di quegli antichi falli che con fine propiziatorio, veniva portato in processione nei campi da cui la
gente montemaranese trae lavoro, sussistenza e modo per vivere.
141
Infatti, il Cristianesimo dovette accettare le forme professionali di culto, ma ne controllò gli aspetti
pagani fino ad abolire la danza. Ma se pure oggi il gesto delle processioni popolari è quello di un
semplice camminare, molti elementi denunziano una loro antica funzione ritmica e coreutica: ad esempio
la presenza di bande musicali o canti religiosi fortemente ritmati. In Montemarano, comunque, l’aspetto
del Carnevale non è mai stato assorbito dalla Chiesa, mantenendo così l’aspetto coreutico della
processione.
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I Montemaranesi riferiscono di Pulcinella – Capoballo, con una maschera, larghi pantaloni, grosso
camicione sblusato da una cintura e con il caratteristico cappello a cono terminante con una pallina di lana
rossa. Il camicione é guarnito da una mantellina bianca ricavata dalla piega ricamata di un lenzuolo con
bordi in rosso. Essere Capoballo o far parte del corteo del Capoballo é un onore che spetta ad una persona
per tradizione, come incarico ereditario; si tratta sempre di persone con un certo prestigio, oggi forse solo
legato all’organizzazione per i festeggiamenti del Carnevale, ma un tempo, quando l’uniformità della
cultura era una caratteristica di queste comunità, dovette sicuramente corrispondere anche ad uno “status
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