Tesi di Laurea di Davide Roberto in Etnomusicologia (Dams - Musica) Tesi di Laurea in Etnomusicologia di D. Roberto | Page 36

Marius Schneider stesso, cita per la pizzica pizzica il ritmo-simbolo a figurazione binaria e ritmo-simbolo a figurazione ternaria 82. Colui che per primo ha intuito nella iatromusica del tarantismo la contemporanea presenza di un ritmo trocaico e di un ritmo spondaico è lo studioso svedese Harald Vallerius nel suo trattato accademico Exercitium philosophicus de tarantola del 1702 83. Il Vallerius a proposito della specificità della musica che stimola i tarantati e dell’influenza del ritmo sull’animo, nota come il ritmo ternario abbia una forza specifica per le coree e i tripudi. A ben ascoltare, ciò che contraddistingue, proprio dal punto di vista percettivo, la percussione del tamburello salentino terapeutico è la presenza di un’opposizione, di un contrasto ad ogni livello ritmico. Troviamo, in effetti, l’opposizione nota breve/nota lunga nel ritmo di pizzica tarantata, anche nell’analisi di Ruggiero Inchingolo, con la proposizione un quarto/un ottavo in terzina. Questo contrasto e questa compresenza ritmica, di figurazioni binarie e ternarie - dovute spesso al comportamento del suonatore nell’esecuzione del secondo colpo all’interno della terzina - palesa anche un andamento in off-beat della pizzica, andandosi a porre vicino al caso della musica blues o jazz, dove le sfasature di tempo e gli effetti di ritardo accentuano la percezione biritmica o se vogliamo poliritmica 84. Lo scopo dichiaratamente ritmico della pizzica tarantata è quello di aumentare la tensione fino ad un apice, raggiunto il quale, torna la distensione, ossia l’ordine degli accenti 85. rispetto al secondo suono, il secondo colpo, nella terzina della pizzica, risulta sulla membrana meno percepibile all’interno della ritmica di pizzica, in quanto è eseguito nella parte superiore della membrana del tamburello, dove la cornice presenta i sonagli. Infatti, ne risulta esaltato il suono terzinato dei sonagli. 82 PIERPAOLO DE GIORGI, L’estetica della tarantella. Pizzica, mito e ritmo, Op. cit., pag. 193. 83 PIERPAOLO DE GIORGI, L’estetica della tarantella. Pizzica, mito e ritmo, Op. cit., pag. 193. 84 Lo stesso Diego Carpitella afferma: “I termini beat e off-beat vanno intesi nel loro significato letterale di pulsazione, battito e di fuori-pulsazione, fuori-battito (o battuta), così come normalmente vengono impiegati nella terminologia jazz. Il beat è un ritmo isometrico puro accentuativo; l’off-beat è una sovrastruttura ritmica tra il beat, con effetti di ritardo, di sincope, di sfasatura, al cui fondo è un senso di poliritmia.” – Diego Carpitella, L’esorcismo coreutico-musicale del tarantismo, pag. 371. in De Martino, La terra del rimorso. Aggiungo inoltre che nel tamburello il suono dei sonagli con i loro effetti di ritardo accrescono la sensazione poliritmica. Tanto da avere un risultato ritmico simile ad un fruscio o frinire di cicale. Ancora più efficace è l’osservazione che siamo in presenza di un incedere in qua lche modo simile a quello del trotto del cavallo o di un asino. I tarantati, non a caso, dichiaravano spesso che il trotto degli animali domestici alleviava le loro sofferenze. 85 PIERPAOLO DE GIORGI, L’estetica della tarantella. Pizzica, mito e ritmo, Op. cit., pag. 200. 36