Tesi di Laurea di Davide Roberto in Etnomusicologia (Dams - Musica) Tesi di Laurea in Etnomusicologia di D. Roberto | Page 16

Per quanto riguarda gli ordini dei piattini, essi possono essere in numero variabile di file e di ordini, di dimensioni e di pesantezza. I sonagli possono essere di vario materiale: legno, metallo, rame, e ottone. Vi è anche l’uso di porre una castagnetta con un gruppo di bubbole, all’interno della cornice del tamburello, che, risuonano a diretto contatto con la membrana 16. Gli strumenti dell’Italia centrale hanno, di solito, un numero minore di piattini (3-5 coppie, in qualche caso parzialmente raddoppiate con collocazione in due ordini sovrapposti). Gli strumenti meridionali montano invece un numero maggiore di piattini (un minimo di 5 coppie, fino a 9 coppie, spesso in doppio ordine). La presenza di gruppi di piattini di regola dispari è riconducibile a simbolizzazioni numerologiche. 2.3 Funzione del tamburello e musica “popolare” La funzione rituale primaria del tamburello era legata a culti femminili, all’evocazione di stati alterati di coscienza di mania 17 sacra e alla situazione di “festa”. Il tamburello funzionale agli stati della possessione, con lo stile musicale della tarantella e cioè del ballo magico-terapeutico 18. Questo strumento legato al femminile 19 e suonato dalle donne, viene a Carnevale e nelle feste religiose, suonato da uomini 20. Nella ricerca dell’ “altro da sé” i contadini della Puglia moderna 21 – oppressi dalle fatiche del lavoro, dal ruolo marginale a loro dato nella società – suonavano per cerimoniare telesticamente un carnevale individuale in cui le pulsioni represse possono esser rese pubbliche e dove il mondo può “capovolgersi”. Tutt’oggi i suoi 16 FEBO GUIZZI, Gli strumenti della musica popolare in Italia, Op. Cit., pag. 68. Stato di follia o delirio riconducibile alle ritualità dell’Antica Grecia e della Magna Grecia. 18 Situazione del caso inerente al tarantismo. 19 In un passo delle Baccanti di Euripide viene raccontato come il tamburello inventato dai Coribanti venga consegnato a Rea. Dunque creato da divinità maschili e suonato da divinità femminili. Si veda la nota numero 1. 20 DOMENICO STAITI, La mania telestica nelle fonti figurative apule in Tarantismo, transe, possessione, musica a cura di Gino L. Di Mitri, Op. Cit., pag.17. 21 E’ il caso della terra del Salento, dove il rapporto tra festa stagionale e tarantismo, va collegato con la regolarità, anch’essa stagionale delle crisi dei taratati. Inoltre, il repertorio musicale e ritmico della tarantella presente nel Salento, denominata “pizzica”, è accostato alle feste re ligiose, al Carnevale (Ostuni), alla danza dei tarantati e alla danza delle spade nella festa di S. Rocco in Torrepaduli. 17 16