Tesi di Laurea di Davide Roberto in Etnomusicologia (Dams - Musica) Tesi di Laurea in Etnomusicologia di D. Roberto | Page 100
ritmica semiminima-croma. Vi è, così, la tendenza ad avere una durata
più
breve
della
cellula
ritmica
semiminima-croma
rispetto
alla
successiva terzina.
Nell’analisi effettuata da Giulio Maschio 170 - secondo il modello
Bengtsson/Gabrielsson
-
del
suonatore
videoregistrato
da
Giorgio
Adamo, durante la festa dei SS. Cosma e Damiano del 2003, si presenta
la tendenza ad avere il secondo colpo più breve e accennato, ma la durata
della cellula ritmica semiminima-croma è leggermente maggiore rispetto
alla cellula ternaria. Tale differenzazione deriva dal come vengono
utilizzate, dal suonatore, l’esecuzioni delle cellule ritmiche e figurazioni
semiminima-croma
e
terzina,
facendoci
capire,
anche,
quanto
il
comportamento di un esecutore sia personale e singolare nei confronti
dello strumento. Quindi, questa tendenza di approccio singolare del
suonatore nell’esecuzione ritmica, spiegherebbe le micro variazioni
interne alle esecuzioni, non solo nel contesto ritmico calabrese, ma
anche dei ritmi della tarantella in genere.
L’organizzazione degli accenti ritmici del tamburello risulta essere
interessante e caratterizza i vari generi di musica tradizionale delle
regioni prese in considerazione. La pizzica necessita l’accento più forte
in battere sul primo tempo della battuta. La tammurriata, in cui gli
accenti ritmici importanti sono sul tempo forte in battere, ma che
seguono anche il momento in cui il cantante, con la sua tammorra, decide
di spostare e ribadire degli accenti all’interno della strofa cantata. La
tarantella di montemarano, con il levare nella duina e nella figura
semiminima/croma, in quanto i suonatori di tamburello eseguono la
ritmica con una concezione sincopata. La tarantella calabrese che sfrutta
i