Tecnologie Meccaniche Novembre 2025 | Page 67

IFR
SIRI
Le applicazioni e la centralità delle Pmi Dal punto di vista delle applicazioni, la fotografia che emerge ricalca la struttura del tessuto industriale italiano. L’ asservimento delle macchine e le operazioni di handling rappresentano oltre la metà delle nuove installazioni, un dato che riflette la centralità delle piccole e medie imprese manifatturiere, spesso impegnate in produzioni di media serie e con cicli di lavoro molto variabili. La saldatura ha registrato un’ espansione significativa, con oltre 1.800 nuove celle installate e una crescita dell’ 8 %. L’ automotive resta uno dei principali beneficiari, ma anche la meccanica generale ha contribuito in maniera sostanziale. L’ assemblaggio, a sua volta, mostra un dinamismo in linea con la crescita europea del 9 %, con un forte slancio nei comparti dell’ elettronica e della meccanica di precisione. In Italia è rilevante l’ incremento nell’ ispezione della qualità(+ 15 %), che si avvale di sistemi di visione e intelligenza
artificiale sempre più avanzati. Questa applicazione, un tempo limitata a funzioni di controllo a campione, oggi è diventata un elemento strutturale delle linee produttive, consentendo verifiche in tempo reale e riducendo i margini di errore.
Cobot e AI: i driver del futuro Uno dei capitoli più interessanti del report riguarda i robot collaborativi, o cobot, che stanno crescendo a ritmi più rapidi della robotica tradizionale. L’ IFR non distingue i dati italiani, ma a livello europeo i cobot rappresentano già il 12 % delle nuove installazioni, con un incremento del 18 % rispetto al 2023. La loro adozione risponde a necessità concrete: la difficoltà di reperire manodopera nelle mansioni ripetitive, l’ esigenza
di mantenere elevati standard di qualità e, soprattutto, la ricerca di una maggiore flessibilità produttiva. I cobot possono essere programmati in maniera semplice, lavorare fianco a fianco con gli operatori senza necessità di barriere di sicurezza ingombranti e adattarsi a lotti produttivi variabili. Accanto ai cobot, la rivoluzione dell’ intelligenza artificiale sta cambiando il volto della robotica industriale. La diffusione di interfacce di programmazione semplificate, basate su linguaggi naturali o soluzioni low-code, riduce i tempi di avvio delle linee fino al 30 %. I sistemi di manutenzione predittiva, grazie ad algoritmi capaci di analizzare vibrazioni e consumi energetici, consentono di anticipare i guasti e di ridurre i fermi macchina. La visione artificiale, integrata con modelli di AI, rende possibile il bin-picking avanzato e il controllo di superfici con un livello di dettaglio irraggiungibile fino a pochi anni fa. La combinazione tra sensori intelligenti e funzioni di sicurezza dinamiche, infine, rende l’ interazione tra uomo e robot più fluida, riducendo i rischi e aumentando l’ affidabilità delle soluzioni collaborative. Tutti elementi che, insieme, definiscono un nuovo paradigma produttivo dove la robotica e intelligenza artificiale non sono più mondi separati, ma parti di un unico ecosistema integrato.
Il quadro mondiale Guardando il quadro mondiale, il 2024 è stato l’ anno con il secondo più alto numero di installazioni di robot industriali nella storia, con 542 mila nuove unità, il 2 % in meno rispetto al 2022. Per il quarto anno consecutivo le installazioni annuali hanno superato la soglia delle 500.000 unità, segno di un trend strutturale in crescita. L’ Asia domina la scena con il 74 % delle nuove installazioni. La Cina rappresenta da sola il 54 % del totale, registrando il livello più alto mai raggiunto. Per la prima volta i produttori locali hanno superato i fornitori stranieri sul mercato interno, portando la quota di mercato domestico al 57 % rispetto al 28 % di dieci anni fa. Lo stock operativo cinese ha superato i due milioni di unità, consolidando la leadership mondiale. Il Giappone ha installato 44.500 unità, in calo del 4 %, ma con uno stock operativo di 450.500 unità. La Corea del Sud si è attestata a 30.600 unità, in lieve flessione rispetto al 2023, mentre l’ India ha toccato il record di 9.100 installazioni, crescendo del 7 %. In Europa, le installazioni sono diminuite dell’ 8 % a 85.000. La Germania resta leader con 26.982 nuove installazioni, seguita dall’ Italia. La Spagna, con 5.100 unità, ha superato la Francia, scesa a 4.900 con un calo del 24 %. Nel Regno Unito le installazioni sono crollate a 2.500 unità, in calo del 35 %
rispetto all’ anno precedente, dopo la fine del programma di incentivi fiscali“ super-deduction”. Le Americhe hanno totalizzato 50.100 installazioni, segnando una contrazione del 10 % ma restando sopra le 50.000 per il quarto anno consecutivo. Gli Stati Uniti, con 34.200 nuove unità, rappresentano il 68 % del totale, mentre Messico e Canada hanno registrato rispettivamente 5.600 e 3.800 installazioni, in calo rispetto al 2023.
Le prospettive: una crescita strutturale Nonostante il rallentamento in alcune aree, le prospettive restano positive. Le stime di OCSE e FMI indicano una crescita globale del 2,9 – 3,0 % nel 2025 e valori simili nel 2026, pur con le incertezze legate a tensioni geopolitiche e interruzioni delle catene di fornitura. Secondo le proiezioni IFR, nel 2025 le installazioni globali di robot industriali cresceranno del 6 %, raggiungendo quota 575.000 unità, per poi superare le 700.000 entro il 2028. Il quadro che emerge dal World Robotics Report 2025 restituisce l’ immagine di un’ Italia che deve affrontare una sfida cruciale. La forza delle Pmi, capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti tecnologici, resta un asset fondamentale. Per consolidare la propria posizione internazionale, l’ Italia dovrà accelerare l’ adozione di cobot e intelligenza artificiale, puntando su settori emergenti ad alto valore aggiunto. www. techmec. it Novembre 2025 67