E conomia
INDUSTRIA IN CALO IN GERMANIA E ITALIA , REGGONO FRANCIA E SPAGNA ( PRODUZIONE INDUSTRIALE , INDICI GEN . 19 = 100 )
106 104 102 100 98 96 94 92 90 88 86 84
Eurozona Francia
Germania Italia
Spagna gen-21 mar-21 mag-21 lug-21 set-21 nov-21 gen-22 mar-22 mag-22 lug-22 set-22 nov-22 gen-23 mar-23 mag-23 lug-23 set-23 nov-23
Fonte : elaborazioni CSC su dati Eurostat
trainata dalla Germania (+ 3,8 % da + 2,3 %) e dalla Francia (+ 4,1 % da + 3,9 %). Il divario , spiega il CSC , è dovuto alle diverse traiettorie dei prezzi energetici , che sono scesi molto di più in Italia ( -24,7 %) che in Europa ( -6,7 ). Contano anche i prezzi core di beni e servizi , che proseguono ovunque la frenata ma con diversa intensità : in Italia sono già tornati poco sotto il + 3,0 %, mentre la media Eurozona è più alta : + 3,4 %. Il mondo produttivo e i mercati finanziari hanno dato per scontato , in queste prime settimane dell ’ anno , un progressivo allentamento delle restrizioni monetarie anche in Europa . Vedremo più avanti se queste speranze saranno confermate . Per ora dobbiamo sforzarci di interpretare con un po ’ di ottimismo la mancanza di segnali precisi da parte dei banchieri centrali . Perché , è chiaro , se i tassi non dovessero ridursi i problemi che si sono manifestati nel corso del 23 continuerebbero a danneggiare l ’ economia anche nell ’ anno in corso . Il report del CSC segnala , infatti , che le imprese che lo scorso novembre si sono rivolte alle banche hanno pagato il denaro in media a un tasso di circa il 5,6 %. Il costo del credito continua a frenare investimenti e consumi , anche se la caduta dei prestiti sembra attenuarsi . Ne segue che le condizioni per investire rilevate dal CSC sono restate negative anche negli ultimi mesi del 23 , anche se gli indicatori sono un po ’ meno pessimisti ( -20,9 % da -31,0 %). Se le imprese non sorridono , i consumatori non sanno se devono ridere oppure piangere . I numeri si contraddicono : nel quarto trimestre le vendite al dettaglio hanno recuperato (+ 0,6 %), ma quelle di beni alimentari sono deboli ; a dicembre la fiducia delle famiglie è risalita (+ 0,5 %), ma le vendite di auto hanno frenato ( -3,7 %). Peraltro , la fiducia delle famiglie mostra segnali di ripresa , e anche il mercato del lavoro dà segnali positivi . Il 23 ha chiuso con oltre 450mila occupati in più rispetto all ’ anno precedente . 122.000 in più solo nel bimestre ottobre-novembre , quasi tutti contratti a tempo indeterminato . Negli stessi mesi , viceversa , la produzione industriale ha segnato un brusco calo : -1,5 % ( -3,1 % tendenziale ). Si è registrato un aumento di fatturato , ma sembra dovuto a una consistente riduzione delle scorte . Nel 4 ° trimestre , la
variazione acquisita della produzione è di -1,1 %. L ’ indicatore HCOB PMI è risalito di un punto ( 45,3 da 44,4 ), ma la fiducia delle imprese ha continuato a scendere . Sono andati meglio i servizi . A ottobre e novembre l ’ indicatore RTT ( CSC-TeamSystem ) segnala un recupero dell ’ attività e a dicembre , secondo l ’ HCOB PMI , la flessione è stata quasi annullata ( 49,8 , da 49,5 ), in parallelo al rimbalzo della fiducia delle imprese specie del settore turismo . Il calo della produzione industriale dell ’ Eurozona negli ultimi mesi dell ’ anno ( a novembre -0,3 %) è la media di dinamiche differenziate : mentre Italia e Germania ( -0,3 %) soffrono , la Spagna segna + 1,1 % e la Francia + 0,5 %. È evidente che la sofferenza colpisce soprattutto la manifattura e i Paesi dove la manifattura è più importante . Anche negli USA la produzione industriale è in controtendenza rispetto alla crescita del PIL : a novembre + 0,2 % e dicembre + 0,1 % dopo il calo di ottobre ( -0,8 %), chiudendo il 4 ° trimestre in negativo ( -0,8 %). Scesi anche importanti indicatori come il PMI manifattura ( 47,9 da 49,4 ). Ma i posti di lavoro sono tornati a crescere , quasi mezzo milione solo www . techmec . it Marzo 2024 37