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RED EDITION
S TA F F AC C E S S
ge una band estera ad avere un’etichetta italiana,
soprattutto contando che l’Italia non è il mercato
principale in Europa?
un’incubatrice di talenti, e questo significa che gli
artisti che avete firmato possono essere conside-
rati anche fuori dalla nicchia di riferimento. Hai
mai pensato di alzare l’asticella e ampliare il roster
cercando artisti fuori dal tuo radar di conoscenze
ma più inclini a essere ‘commerciali’ nel lungo pe-
riodo?
Le uscite estere di TLLT si basano per lo più su con-
tatti diretti con le band, persone che abbiamo cono-
sciuto - letteralmente - in giro per il mondo e con cui
ci siamo trovati a condividere un pezzo di strada “mu-
sicale” insieme. Ad esempio con Delta Sleep e Crash
of Rhinos / Holding Patterns ci siamo conosciuti in
occasione di alcune date che facevano qua in Italia e
abbiamo provato a lavorare su delle edizioni italiane
dei loro dischi, con risultati molto positivi.
Sicuramente è molto divertente raccontare di quan-
do in giro per Austin nel 2010 insieme ai Tiger! Shit!
Tiger! Tiger! che suonavano al SXSW, incontrammo
in un piccolo festival scrauso unofficial del SXSW un
gruppo di brufolosi ragazzotti che suonavano quat-
tro synth giganteschi e fummo subito rapiti da quel-
le sonorità synth - retrowave anni 80, tanto che tor-
nati in Italia li contattai per far uscire loro un po’ di
materiale che poi finì in un 7”. Quei ragazzetti erano
nientepopodimeno che i Survive, ma se il nome non
vi dice niente, sappiate che sono quelli dietro alla co-
lonna sonora di Stranger Things, la famosissima serie
di Netflix, per la quale hanno vinto anche un Grammy
e numerosi altri riconoscimenti. Il 7” pollici in vinile
grigio esauritissimo sta sui 50/60 dollari su Discogs!
Devo essere sincero, le uscite si basano quasi esclu-
sivamente sui miei ascolti, cioè la musica che fa una
band mi deve piacere altrimenti non se ne fa niente.
Negli anni i miei ascolti di genere si sono allargati e
ampliati e anche gli inserimenti del roster sono cre-
sciuti, vedi la musica elettronica, i synth, la musica
strumentale e quant’altro non allineato su quello che
può essere il sound delle chitarre. Sono scelte im-
popolari a volte, ma fondamentalmente i dischi che
escono con il nostro marchio devono essere dischi
che io in primis ho voglia di mettere sopra al piatto o
nel lettore cd per ascoltarli!
– Concludi questa intervista dicendo quello che ti
passa per la testa:
Innanzitutto grazie a TBA per lo spazio concessomi,
vi ricordiamo che è attiva una promozione sul nostro
sito www.toloselatrack.org per ricevere gratuitamen-
te la compilation in CD dei 15 anni per ogni acquisto
anche minimo online. Poi, ovviamente, vi aspettiamo
alla 20esima edizione dell’Italian Party a Umbertide
(PG), il 25 luglio 2020, i nomi non ci sono ancora ma la
passione è la stessa che mettiamo tutti gli anni se non
di più!
– Una delle peculiarità dell’etichetta è quella di
seguire la filosofia del DIY e di non fare scouting.
É ancora valida nel 2020 e nell’epoca dello strea-
ming sfrenato?
Il DIY è sempre valido se lo applichi come principio.
Il Do It Yourself serve innanzitutto per tenere sotto
controllo le varie fasi dei processi ma è ovvio che mi
avvalgo di collaboratori e servizi che mi consentano
di gestire le cose al meglio e più facilmente. Poi tutto
dipende da quello che vuoi fare e come vuoi gestire
le cose, per quanto mi riguarda non intendo la label
come un modello di business e non sono quindi alla
ricerca spasmodica delle band “giuste” che consen-
tano di vendere di più. Preferisco scegliere le persone
con cui lavorare, pubblicare la musica che mi piace e
così via.
– Molti artisti che sono passati da TLLT hanno
poi fatto strada, un pò come se l’etichetta fosse
TBA
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