TBA The Red Edition - Issue #02 | Page 58

2 RED EDITION S TA F F AC C E S S musicisti di riferimento da sempre, un simbolo di costanza e dedizione alla musica che può essere solo d’esempio. A parte qualche festival in giro per lo stivale, gli ul- timi 5/6 anni abbiamo preso a festeggiare il comple- anno dell’etichetta proprio al Circolo Arci di Cam- posanto (MO) che è un posto piccolino ma pieno di persone bellissime e di cuori che ti fanno sentire a casa. Fa parte di quella provincia reale che resiste, proprio come da dove viene l’etichetta, Umbertide, nella provincia estrema dell’Umbria, dove ogni anno in estate cerchiamo di portare tanti kids al festival estivo dell’etichetta, l’Italian Party, giusto quest’an- no alla ventesima edizione. In pratica prima è nato il festival e poi l’etichetta, perché tanta era la voglia di portare le band che ci piacevano in Umbria e che poi è stato anche l’ingranaggio che ci ha spinto a mettere su TLLT e darci da fare in perfetto stile DO IT YOUR- SELF. – Usa tre parole per descrivere To Lose La Track. Sole (poco quest’anno purtroppo, ma luglio è vici- no), cuore (tantissimo), amore (a fasi alterne, è in una “relazione complicata” direbbe qualcuno). Ok, scherzo, non sono capace di trovare tre parole. – Quest’anno TLLT festeggia i 15 anni di attività. Avete fatto una data al Bloom, il 14 marzo festeg- gerete in Fermato a Camposanto e sicuramente ci sarà un’altra festa all’Italian Party questa estate. Quali sono state le tappe fondamentali nella sto- ria dell’etichetta? Rispetto al 2005, anno di fon- dazione dell’etichetta, è cambiato qualcosa nel- la filosofia dietro a TLLT? Ti fermi mai a pensare se è successo tutto quello che ti saresti aspettato quando hai iniziato tutto? A oggi siamo a più di 160 produzioni italiane e inter- nazionali, quando siamo partiti l’idea era quella di dare supporto ad alcuni amici con musica molto vali- da (Dummo, Tiger! Shit! Tiger! Tiger!) che rischiava- no di rimanere in sala prove e ci siamo inseriti in una serie di piccoli festival dal cuore gigante che erano in giro per l’Italia all’epoca, dove vedevamo suonare dei gruppi freschissimi e bellissimi. Da lì il giro di amici- zie è cresciuto e abbiamo iniziato a collaborare con altre band che ci piacevano (Fine Before You Came fra i primi). Sicuramente l’interesse è aumentato quando ci siamo ritrovati a collaborare con i Gaze- bo Penguins per l’album “Legna” e anche il periodo storico, nel 2011, era un buon momento per la musica con le chitarre. Poi è storia dei nostri giorni. Ogni anno che passa è sempre una bella sfida, colla- borare con tante band e tanti amici, far uscire nuova musica che ci piace, far quadrare i conti. Se ci ripenso, dentro a quel garage (che ancora esiste, è quello dei miei genitori) o nella mansarda di Tom- my dei Dummo ad attaccare le copertine dei CD, chi l’avrebbe mai detto 15 anni fa che alcune delle nostre band avrebbero girato per Europa, America e Giappo- ne? Che avremmo ristampato dei dischi diventati dei classici della musica indipendente italiana più e più volte? Ogni anno però succedono anche cose nuove e belle, e andiamo sempre un passo più in là: quest’an- no è stata la volta della residenza artistica che, da un bando della nostra amica Luna Malaguti con il Cen- tro Musica di Modena, abbiamo organizzato con Tim Kinsella dei Cap’n’Jazz e Joan Of Arc, per me uno dei TBA – Secondo te qual è il punto di forza di questo fe- stival che raccoglie ogni anno tantissime perso- ne provenienti da ogni parte d’Italia in un comune così piccolo? Negli anni credo si sia creato un appuntamento com- pletamente gratuito per farsi una mangiata di band in un giorno solo (dalle 15 alle 20 ogni anno) con tutte le ultime novità delle band uscite con l’etichetta più qualche ospite straniero. Umbertide, oltre a essere la base di TLLT, è un picco- lo comune in provincia di Perugia collocata nell’alta valle del Tevere e presenta un caratteristico centro storico, circondato ancora dalle mura medioevali nei tratti che costeggiano i corsi d’acqua. È un pic- colo gioiellino e proprio all’interno di quelle mura, ogni anno si trova a ospitare centinaia di giovani con lo spirito di ascoltare buona musica e condividere le proprie passioni. Dopo tanti anni, ci sentiamo di af- fermare che il calore e l’affetto di tutte le persone che partecipano (gruppi, tecnici, pubblico) rendono que- sto festival unico nel suo genere e ogni anno sempre piú bello. – To Lose La Track prende il nome da un gioco di parole con il cognome del pittore francese Henri de Toulouse-Lautrec. Nel vostro roster avete una maggioranza di artisti italiani ma avete comunque artisti di altre nazionalità. Secondo te cosa spin- | 58