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“Qual è il costo della menzogna?”, si chiedeva l’ex membro dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica Valery Legasov a proposito del disastro di Chernobyl? Aggiungerei altre domande: qual è il costo del relativismo morale, della connivenza ideale con le dittature, del masochismo intellettuale delle democrazie, dell’incultura delle nostre classi dirigenti e delle nostre opinioni pubbliche?».
settimane fa”. Anche perché, a leggere le anamnesi, osserva Galli, “mi sembra che assomigli alla SARS, anche nelle modalità di decorso, con le manifestazioni più impegnative che in molti casi compaiono 7-10 o più giorni dai primi sintomi”.
Anche Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, ha osservato ieri, durante il punto stampa alla Protezione civile, che i primi casi positivi risalgono“all’inizio di febbraio, ma l’infezione già circolava in Italia nella seconda metà di gennaio”.
«Ciò che qui si vuole sottolineare, continua Punzi - però, è che se il virus è presente, almeno in Europa, da così tanto tempo, da metà gennaio e forse anche da prima, i ritardi per negligenza o dolo nel dare l’allarme, i silenzi e le omissioni, sia da parte di Pechino che dell'Oms assumono una gravità ancora maggiore. Risale al 31 dicembre scorso, per esempio, il primo comunicato della Commissione municipale per la salute di Wuhan, nel quale per la prima volta si parla ufficialmente di una nuova letale forma di polmonite, riferendo di 27 casi, di cui 7 critici, ma negando che fosse riscontrata una trasmissione “da uomo a uomo”, come nei giorni successivi la stessa Oms avrebbe ripetuto».
Sempre sullo stesso quotidiano online Enzo Reale scrive, «Dal 27 dicembre all’11 gennaio, sia la popolazione cinese che la comunità internazionale sono state tenute all’oscuro dal governo di Pechino dell’esistenza, delle caratteristiche e del pericolo di diffusione del nuovo coronavirus. Il Partito Comunista ha deliberatamente deciso di occultare gli avvertimenti degli specialisti e i risultati delle prove effettuate. Quindici giorni probabilmente decisivi per il contenimento dell’epidemia, durante i quali un problema locale si è trasformato in fenomeno globale, per la manifesta volontà di insabbiamento e disinformazione delle autorità».
Nel frattempo, scrive Reale: «secondo i dati ufficiali, più di tremila operatori sanitari hanno contratto il virus in Cina e una decina di medici sono morti. Chi ha provato a denunciare l’opera di manipolazione e propaganda del regime (avvocati, professori e attivisti per i diritti umani) è stato arrestato o ridotto al silenzio». (Enzo Reale, Coronavirus, cronaca di un insabbiamento: un manipolo di giornalisti coraggiosi inchioda Pechino. 2.3.2020, L'Atlantico)
Reale nel suo intervento, cita Jian, scrittore dissidente proibito in Cina, ha scritto sul Guardian, «Negli ultimi 70 anni, il Partito Comunista Cinese ha condannato il suo Paese a una serie di catastrofi provocate dall’uomo, dalla Grande Carestia, alla Rivoluzione Culturale, al massacro di Piazza Tiananmen, alla forte repressione dei diritti a Hong Kong e in Tibet, all’internamento massivo di Uiguri nello Xinjiang. L’omertà e la corruzione ufficiali hanno moltiplicato il numero delle vittime di calamità naturali, dal virus Sars al terremoto del Sichuan».
Intanto l’agenzia statale di notizie Xinhua invece celebra la pubblicazione di un libro in cui si sottolineano “la dedizione, la missione, la visione strategica e la leadership” di Xi Jinping nella “battaglia contro i Covid-19“, che si dà già per vincente.
«Ma anche da noi c’è chi esalta l’esempio cinese come modello di gestione delle crisi e delle emergenze, ignorandone le responsabilità, le omissioni e le reiterate violazioni dei codici di condotta. “Qual è il costo della menzogna?”, si chiedeva l’ex membro dell’Accademia delle Scienze dell’Unione Sovietica Valery Legasov a proposito del disastro di Chernobyl? Aggiungerei altre domande: qual è il costo del relativismo morale, della connivenza ideale con le dittature, del masochismo intellettuale delle democrazie, dell’incultura delle nostre classi dirigenti e delle nostre opinioni pubbliche?». A questo proposito è significativo che fino all'altra sera durante la trasmissione“Quarta Repubblica”, il vice ministro della salute Pierpaolo Sileri, alla forte denuncia di Daniele Capezzone sulle gravi responsabilità di diffusione del virus del governo comunista cinese, se ne usciva che non bisogna prendere in considerazione il caso Cina.
Domenico Bonvegna
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