Non parla volentieri di quel periodo buio, dell'indifferenza degli
umani in un supermercato, di fronte a tonnellate di prodotti
ammassati l’uno sull'altro come carne da macello.
Ogni essere in quel posto lottava per se stesso scavalcando gli
altri per uscirne al più presto, possibilmente vivo.
Preferisce non parlare della solitudine provata nonostante la
vicinanza ai propri simili ma, se glielo chiedete, lei vi racconterà,
finché avrà fiato, la storia della sua evasione da quel
supermercato.
Il merito spetta ad un bambino disonesto che, dal punto di vista
della penna, invece, fu benedetto. Quel piccolo aspirante
demonio la salvò con gesto improvviso, invisibile agli occhi della
madre persi tra le confezioni segregate nel reparto cosmetici.
Va specificato che parte del merito di questa impresa è da
attribuire alla madre distratta, che ispirò il bambino, seppur
involontariamente. Poco prima di entrare in quel lager della
convenienza, infatti, apostrofò l'eroe con una sentenza profetica:
”Non farmi fare brutta figura! Se rubi vai all'inferno e diventi
cattivo come il diavolo”.
Alle orecchie del bambino la prima frase risuonò vuota e
insignificante: non riguardava la sua persona. La seconda,
invece, quella sul diavolo , giunse come un suono di campane
nelle valli di montagna e scatenò in lui una precoce epifania.
Capì chiaramente come eliminare i cattivi dal mondo ( quelli che
rubano la merenda a scuola, la catechista invasata, chi nasconde
le merendine, gli insegnanti tiranni, i dottori che trattano male la
nonna e anche i giocatori della Juventus). Capì che sarebbe
diventato più cattivo di tutti loro messi insieme, sarebbe diventato
come il diavolo che punisce i più cattivi. Gli bastava rubare una
qualsiasi cosa per muovere il primo passo verso l' inferno.
Forse fu un caso, oppure quel bambino riuscì davvero a sentire le
grida disperate della penna...comunque uscirono insieme,
entrambi entusiasti e pieni di gioia per l’impresa compiuta, pronti
a riempire il mondo di nero.
Riversarono insieme litri e litri di liquido scuro, riempirono un paio
di quaderni, la penna soddisfatta, il bambino fiero.
Ma una sera qualcosa cambiò: il piccolo umano entrò euforico
nella sua stanza con, in mano, una console.