Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 661

situazione molto originale, vorrei dire unica nel suo genere, da tre secoli a questa parte. Precedentemente, fin dai primi anni del Sacro Monte, il contesto originario, ideato dal Padre Caimi, era totalmente diverso. L’edificio nel 1491 L’edificio del Santo Sepolcro, terminato, giova ripeterlo, nel 1491, “cum fabrica sibi contigua”, era costituito al piano terreno, da una struttura muraria a pianta quadrata, suddivisa internamente in quattro piccoli ambienti: app ena entrati l’atrio o anticamera, dietro la cella sepolcrale; alla loro destra le due stanzette quadrate, come si vede con assoluta chiarezza nella planimetria generale del “Libro dei Misteri”. Il tutto era preceduto fin dai primi anni del Cinquecento dal portichetto, già ricordato nella guida del 1514. Seguiva poco oltre, in direzione nord, affacciata sul portichetto, la cappella circolare, o forse ottagonale, del Noli me tangere, dovuta a Gaudenzio Ferrari, eretta presumibilmente attorno al 1610. Quindi sempre verso nord, a pochi metri di distanza, a conclusione del portico vi era la cappelletta dell’Apparizione di Gesù risorto alla Madre. Questa la situazione descritta nella guida del 1514 e pienamente riscontrabile nella planimetria generale del “Libro dei Misteri dell’Alessi più di mezzo secolo dopo, attorno al 1568. Tale schema planimetrico riprendeva fedelmente la topografia degli oratori situati entro la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, decisa e realizzata secondo il piano voluto dal Padre Caimi. Alterazioni e modifiche sostanziali Col trascorrere dei decenni e dei secoli però si verificano alterazioni e modifiche sostanziali. Già le Guide del 1566 e 1670 non ricordano ormai più ai pellegrini la cappelletta dell’apparizione di Gesù risorto alla Madre, avendo ormai perso qualsiasi idea di un rapporto con la situazione di Gerusalemme. Anche l’intitolazione per nulla usuale in occidente viene ben presto dimenticata. Lo stesso Galeazzo Alessi citando la cappella una prima volta nell’introduzione del “Libro dei misteri” non ne riferisce il titolo, ed una seconda volta la cita come “Capella già fatta, detta della Croce” per esservi esposta. una piccola reliquia della Croce. La situazione si coglie con chiarezza nelle varie pale d’altare di scuola vercellese della seconda metà del Cinquecento, raffiguranti sullo sfondo la veduta del Sacro Monte ripreso da nord, ad iniziare da quella di Brera per proseguire poi con le altre di Ceresanablot, del Duomo di Torino, di S. Lorenzo a Vercelli e di Salussola. In esse si distingue nettamente il tratto di portici volto da sud a nord, colto d’infilata in prospettiva, aperto verso sinistra, cioè verso la 661