Piazza Maggiore ed ora in Basilica, pensavo che potesse essere una delle prime, o
forse anche la prima testimonianza di Gaudenzio scultore sul Sacro Monte, che
ancora non aveva adottato le capigliature realistiche di crine. Altre domande
restavano allora prive di risposta: se cioè il volto era quello originale applicato
sulla testa rifatta, o era anch’esso rifatto, come mi sembrava più probabile, e se
sotto il perizoma di stoffa ve ne era uno scolpito. Concludevo auspicando che la
statua potesse venir studiata in modo più approfondito, togliendola per qualche
tempo dal loculo.
Dopo di me nell’85 la Stefani Perrone, riconoscendo il “livello qualitativo
altissimo” della scultura, l’assegnava anch’essa a Gaudenzio, ammirandone soprattutto la drammaticità del volto, ritenendola però originariamente un Crocifisso adattato in un secondo momento a Cristo deposto (idea accettata nella
stessa pubblicazione dal Testori, rifacendosi in ciò a quanto aveva scritto il Contini in una relazione riguardante l’intervento restaurativo operato nel 1945-46
dai fratelli Bacchetta). Riteneva quindi si trattasse della statua scolpita da Gaudenzio nel 1528 (!) per la cappella della Crocifissione, in seguito trasformata in
un Cristo deposto. Concludeva dicendo “Recentemente il Debiaggi ha riproposto la tesi del Contini”. È evidente che non aveva letto il mio testo, perchè nella
nota 36 scrivevo:“È opinione diffusa, ma suffragata da nessuna testimonianza
scritta, che la statua del Cristo del Santo Sepolcro fosse originariamente un Crocifisso a cui in seguito sarebbero state sostituite le braccia. Ma la posizione delle
membra è quella tipica di un corpo disteso e non di un crocifisso”.
Recente restauro
In questi ultimi anni la Riserva del Sacro Monte ha provveduto ad un approfondito ed attento restauro (2006-2008) della statua lignea, eseguito dalla mano
esperta di Fermo De Dominici, che ci ha restituito un’opera con caratteristiche in parte diverse da quelle che conoscevamo. Ne sono emersi alcuni fondamentali chiarimenti ed anche dei nuovi problemi. L’aspetto accentuatamente
drammatico ha ceduto il posto ad uno più disteso e lievemente più arcaico. La
statua, ridipinta numerose volte nel corso dei secoli dopo alcune bruciature che
avevano rovinato in parte il colore originario a causa delle fiaccole e delle candele per illuminare l’angusto vano, è stata riportata al primo strato di ridipintura
cinquecentesca. Rimuovendo capigliatura (parrucca) e barba naturale e corona
di spine, aggiunte in epoche successive, è riemersa la testa originaria, che non
era stata sostituita, come io avevo supposto, ma solo mascherata accentuandone
l’effetto drammatico.
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Cappella - 43