Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 632

il Sepolcro del Signore. Un fatto che qui a Varallo si è limitato a questi rari casi, mentre, quasi in parallelo, ad Oropa darà origine al grandioso fenomeno dei suoi vari cimiteri: quelli antichi del Settecento e primo Ottocento, quindi quello ad anfiteatro nell’avvallamento a ponente del Santuario, ed infine a quello monumentale nel bosco. La statua del Beato Bernardino Caimi Dopo l’ingresso al Santo Sepolcro il porticato ricostruito tra il 1700 ed il 1702-03, prosegue secondo un nuovo tracciato rispetto a quello del portichetto originario dell’inizio del Cinquecento. Quello infatti continuava quasi rettilineo per conchiudersi con la cappelletta di Gesù che appare alla Madre dopo la Resurrezione, impreziosita sulle sue due pareti laterali, entro finestrelle, delle reliquie della Croce e della colonna. Il portico nuovo, settecentesco, invece, aggirato l’Oratorio del Santo Sepolcro, si conchiude col braccio terminale sotto il grande loggiato che delimita la Piazza Maggiore verso l’Alta Valle. Sebbene non vi siano più in tutto questo tratto rappresentati dei misteri della vita, morte e risurrezione del Signore (quello del Noli me tangere,che sorgeva quasi a contatto con l’angolo del portico, fu atterrato, come ormai noto, nel 1705), non mancano però delle opere,delle testimonianze assai importanti dal punto di vista artistico, archeologico, storico e documentario di più di mezzo millennio di vita del Sacro Monte. Si incontrano infatti sul lato verso levante la statua seicentesca del P. Bernardino Caimi, ideatore e realizzatore della Nuova Gerusalemme varallese; la grande pietra, ritenuta un tempo simile a quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme; ed al fondo del braccio rivolto verso occidente, la cappelletta dedicata a San Carlo, con il letto in cui riposò nelle sue permanenze sul Sacro Monte. Vi si trovano murate anche tre lapidi a ricordo di personaggi e di avvenimenti di particolare rilievo, vi si conserva inoltre la botola dell’antica cisterna dell’epoca iniziale della Nuova Gerusalemme nella pavimentazione rifatta nel 19456. Ma non si può infine dimenticare che esattamente sull’angolo del portico il nuovo beato, Papa Giovanni Paolo II, la sera del 3 Novembre 1984 pronunziò il suo discorso per celebrare il quarto centenario del transito di San Carlo, che cadeva lo stesso giorno ed alla stessa ora, durante il suggestivo ed indimenticabile “Itinerarium Crucis”, attorniato da tutto l’episcopato piemontese e da una grande folla devota. Nell’arcata immediatamente successiva a quella che immette nel Santo Sepolcro, campeggia sulla parete la nicchia, ornata da una sobria cornice in pietra con una finta mensola pure in pietra, in cui emerge la statua 632 Cappella - 42