Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 622

Frater Bernardinus Caim( us)- De M( edio) l( ano) Or( dinis) Mi( noris) De Ob( servantia) Sacra Huius Mo( n) tis Exco- Gitavit loca ut Hic Hi( e) r( usa) l( e) m Videat Qui P( er) agrare Neq( ui) t.
( Ho riportato il testo non secondo la trascrizione del Fassola, ma ricopiandolo sciogliendone le abbreviazioni).
La scritta risulta una efficacissima sintesi di quello che era allora e che doveva divenire il complesso varallese da poco iniziato, secondo il programma dello Scarognini e del Caimi, oltre a fissare una data sicura e fondamentale per il compimento del primo edificio sacro, ossia della cappella del Santo Sepolcro, punto d’ avvio di tutta l’ impresa“ cum fabrica sibi contigua”, e di conseguenza per gli antefatti, ossia per la fondazione della stessa Nuova Gerusalemme.
Ben nota è la figura del“ Magnificus Dominus” Milano Scarognini, appartenente alla più cospicua famiglia della valle, luogotenente del podestà di Valsesia, fabbricere del convento delle Grazie, feudatario di Lazzarone nel marchesato di Monferrato e munifico finanziatore del complesso del Santo Sepolcro, come evidenzia la lapide, morto nel 1515 o poco dopo.
La marmorea iscrizione con la data 7 ottobre 1491, riprodotta e citata tante volte nelle guide del Sacro Monte e dai vari studiosi che nel corso dei secoli si sono interessati della Santa Montagna varallese, non ha tuttavia impedito che per inerzia si sia ripetuto fino a pochi decenni or sono che la fondazione del Sacro Monte risaliva al 14 aprile 1493, giorno della donazione al P. Caimi del monastero e della chiesa delle Grazie in Varallo e delle prime cappelle sul“ super parietem”, a causa di un equivoco del Galloni.
Solo nel 1977, rendendomi conto dell’ assurdità dell’ affermazione, dimostravo, tra la sorpresa, la titubanza e quasi l’ incredulità di molti, che la data doveva essere anticipata al 1486( anno del rescritto di Innocenzo VIII), o ai primi mesi dell’ 87, con la posa della croce sull’ alto della rupe del Calvario, come avvio di tutta l’ opera ideata dal Caimi.
L’ edificio del Santo Sepolcro( cappella ed ambienti connessi) è dunque dovuto esclusivamente alla munificenza dello Scarognini, come ben evidenzia la scritta col verbo al singolare. L’ espressione“ Christo posuit”, che da alcuni è stata e può esser interpretata come“ fondò”, per mio conto, come già scrissi nel 1977, deve esser intesa come“ donò”,“ dedicò”, perchè non indica affatto la posa della
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