tanza particolarissima del luogo in cui si sta per entrare. È una premessa di grande significato, sia religioso, sia storico, un tempo sicuramente di effetto del tutto
particolare per i pellegrini profondamente devoti, a cui purtroppo oggi la maggior parte dei visitatori non presta molta attenzione, mentre pochi vi rivolgono
uno sguardo, un’occhiata per lo più frettolosa e superficiale. •
La lapide di Milano Scarognini e le altre due scritte
Al di sopra della porticina d’ingresso, al Santo Sepolcro si sovrappongono
ben tre iscrizioni.
La prima e l’ultima sono dipinte ad affresco entro cartigli facenti parte di
tutta le decorazione barocca dell’arcata del portico. Quella di mezzo invece è
scolpita su una lastra di marmo ed è la più antica e la più importante: anzi, direi
la più importante di tutto il Sacro Monte. Essa campeggia bianca a dar prestigio
e particolare rilievo all’ingresso stesso, come un nobile e solenne sopraporta,
ma anche come documento ufficiale a proclamare a tutti, soprattutto ai posteri, i dati fondamentali riguardanti il Sepolcro di Varallo. Per circa due secoli
sulla parete spoglia spiccavano isolati unicamente l’austero portale d’ingresso,
affiancato dall’acquasantiere, dalla nicchia con la reliquia del capo del P. Caimi,
ed in alto la candida lapide semplicissima, scandita dalla sua fitta iscrizione, conferendo un tono sobrio, aulico, di rinascimentale compostezza e dignità a tutta
l’arcata.
L’iscrizione è un raro e pregevole esempio di cultura umanistica in ambito valsesiano, che nei decenni successivi avrebbe visto fiorire figure d’un certo rilievo
con Giovanni Maria Mignotti da Piode, che nel 1534 scriverà sul Sacro Monte
la sua opera Mignotydea, e più avanti nel tempo il poeta Giacobino Bocciolone da Valduggia, autore di versi latini, ed il celebre Giovanni Battista Rasario,
pure valduggese, professore di eloquenza greca e latina all’Università di Pavia ed
a Venezia. Ben si era reso conto dell’importanza della lapide il Fassola, che per
primo ne aveva riportato integralmente il testo con questa premessa: “Milano
Scarrognino ridottà questo termine la Santa Fabrica à gloria d’Iddio sopra il Santo Sepolcro fece porre intagliate queste parole, che pure hoggidi si mirano sopra
la porta nell’entrare.
Magnificus D(omi)n(u)s Milanus
Scarrogninus hoc Sepulchr(um)
Cu(m) Fabrica sibi contigua
Christo posuit MCCCCIXXXXI
Die Septimo Octobris; R. P.
621