voluta dal P. Caimi.
Ciò crea un problema finora mai prospettato: l’intenzione iniziale del fondatore era stata solo quella di riprodurre con rigorosa fedeltà i Luoghi Santi, ossia
edifici, monumenti, ecc... cosi come erano e sono tuttora in Palestina, o era già
stata quella di aggiungere in più le scene figurate e dipinte?
È ovviamente troppo presto per poter dare una definitiva risposta, ma viene
da pensare che la seconda soluzione sia stata adottata solo in un momento successivo, quando si incominciò a perdere l’idea genuina del fondatore ed abbia
trionfato definitivamente con l’arrivo di Gaudenzio al Sacro Monte ed il passaggio dalla fase della scultura in legno a quella in terracotta.
Il gruppo del Presepe, proprio uno dei primi di questo nuovo genere, è stato
sottoposto nel 1973-74 ad interventi restaurativi che hanno sostituito le originarie, umili capigliature, eliminate le antiche aureole di cui le statue erano dotate fin dai tempi più antichi come provano le xilografie dei secoli passati e rimosso l’intonaco della nicchia dipinto di azzurro che ripeteva fedelmente dai tempi
del Caimi il colore dei mosaici che rivestivano allora quella parte della grotta di
Betlemme, come ci ricordano le coeve guide di Terra Santa.
È stata invece messa in evidenza la traccia di una figura d’impronta gaudenziana sul lato sinistro dell’arco della nicchia, unico elemento pittorico di tutta
la Grotta della Natività. •
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Cappella - 6