compiere, terminare, finire). Ciò riconferma che la cappella già esisteva, ma che
aveva solo bisogno di esser completata, soprattutto con il prestigio di una decorazione pittorica (del resto, che già esistesse è confermato anche dall’espressione
“illa capella constructa”).
Che poi fosse già ufficialmente dedicata a San Francesco quel 20 luglio 1515,
giorno della redazione del testamento, o che lo avessero concordato poco prima
lo Scarognini e Padre Francesco da Marignano “habitans super ipso monte”, che
doveva sovrintendere all’impresa, è un altro discorso. I due documenti di cui
disponiamo ci dicono solo che nel 1514 non risulta ancora nessuna dedicazione
e che invece il 20 luglio dell’anno successivo si parla esplicitamente di cappella
“sub tituli Sancti Francisci”.
L’intitolazione appare quanto mai logica, anzi, quasi scontata, trattandosi di
un complesso sacro voluto da un esponente dell’ordine francescano ed affidato
ai frati francescani della stretta osservanza. Mancava infatti un richiamo ufficiale,
esplicito al loro santo fondatore, che era stato tra l’altro pellegrino in Palestina, ed
i cui seguaci avevano già allora da secoli la custodia di Terra Santa. Il convento e la
chiesa varallese ai piedi del Monte erano stati dedicati alla Madonna delle Grazie;
sul “super parietem” il primo edificio sacro era il Santo Sepolcro, e per molto tempo il Sacro Monte sarà chiamato”Il Santo Sepolcro di Varallo”. La prima chiesa
eretta sulla santa montagna varallese, che sarà molto più tardi chiamata “Chiesa
Vecchia”, viene dedicata alla Madonna Dormiente ed Assunta in cielo. Quindi
era più che naturale che l’umile altarolo, l’umile cappelletta venisse dedicata a
San Francesco “alter Cristus”, che sul monte della Verna aveva ricevuto il sacro
sigillo delle stigmate.
Risulta dunque chiaro ed evidente che i dipinti (affreschi sulle pareti laterali, pala dell’altare e, come penso, anche il Trasporto di Gesù al sepolcro nell’arcata
attigua del portichetto, e di cui si è già trattato) dovevano esser stati eseguiti da
Gaudenzio in seguito al testamento dello Scarognini. L’inizio dei lavori non
dovette esser avviato negli ultimi mesi del 1515, perché il maestro aveva sicuramente da condurre a termine, o portare avanti altre imprese importanti, tra cui
il polittico di S. Gaudenzio di Novara, ma con molta probabilità nel corso del
1516 e del 17.
Ed è supponibile che anche i dipinti della cappella di San Francesco, come già
si è detto per il Trasporto di Cristo al sepolcro, siano stati vandalicamente sfregiati nella scorreria degli uomini dell’alta valle contro i Varallesi nell’ottobre del
1518.
Che poi tavola ed affreschi non siano dello stesso momento, come sembra
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Cappella - 42