Storia del Sacro Monte di Varallo | Page 60

denza con Betlemme per tutto ciò che riguardava la grotta, oltre che per l’intero complesso del Sacro Monte, esclusa la nicchia, constatando che la vaschetta impediva in parte l’accesso alla scala per salire alla cappella della Circoncisione, sia stata spostata dalla parte opposta, presso la scaletta di sinistra non praticabile. Tutto ciò dunque, sottolineando sempre più la perfetta imitazione della Grotta di Betlemme, ne conferma l’erezione nei primi tempi del Sacro Monte sotto le precise ed attentissime indicazioni del Caimi e viene a smentire totalmente le troppe fantasiose affermazioni del Testori (1965) per il quale l’architettura, anzi la modellazione così originale ed irrepetibile di questo vano veramente unico nel suo genere, sarebbe stata una genialissima invenzione di Gaudenzio. Errò anche nel 1899 l’Arienta, che non conosceva la vera grotta di Betlemme, credendo che il pavimento fosse stato soprelevato e che le due colonnine poste all’ingresso della cappella dei Pastori fossero provenienti da un altro, più vecchio edificio. Purtroppo a questo ambiente così carico di fascinò vennero apportate varie alterazioni, per lo più già nei primi anni del Cinquecento, ed alcune proprio da Gaudenzio, tuttavia senza danneggiarlo in modo irrimediabile. È naturale che in origine, per scrupolosa fedeltà ai Luoghi Santi e con più efficace impressione di penetrare in un ambiente sotterraneo, si doveva accedere alla grotta ed anche uscirne solo dalla scala di destra. Ciò comportava ovviamente anche un percorso maggiore per i pellegrini provenienti dal complesso di Nazaret, che dovevano risalire il declivio fino al luogo ove ora sorge il Secondo sogno di S. Giuseppe e rendeva inoltre assai difficoltoso l’ingresso e l’uscita dei fedeli stessi, tutti costretti a passare per l’unica scala praticabile. Così, ben presto, penso poco dopo la morte del Caimi (1499), per questa duplice ragione, si dovette provvedere a creare un varco s ul lato sinistro della grotta, verso nord, eliminando questi inconvenienti, varco che oggi, protetto da una grata, mette in comunicazione diretta la cappella dei Magi con la Grotta della Natività, ma che però non esiste a Betlemme. Questa è la situazione che noi già troviamo descritta nella guida del 15131514. Poco dopo, collocato da Gaudenzio entro la nicchia della Natività il suo umanissimo gruppo scultoreo del Presepe, la necessità di illuminare l’ambiente per poterlo ammirare, costrinse il maestro a ricercare alcune sorgenti di luce. Venne allora aperto al centro della volta, proprio davanti alla nicchia un lucernario circolare, che non c’è a Betlemme, che si innalza all’esterno con un’alta e ardita 60 Cappella - 6