Piazza Maggiore, che da lei prende il nome e che aveva sponsorizzato i restauri
della cappella di Adamo ed Eva , della signora Vigliardi Para via, che aveva fatto
erigere i due pulpiti nella Basilica ed aveva fatto prolungare Casa Parella; della
signora Benedetta Durio di Civiasco (madre del comm. Costantino che farà
erigere la marmorea facciata della Basilica) che nell’ 80 fa dipingere dal campertognese Pier Celestino Gilardi il Transito di San Francesco nella cappella all’
angolo del portichetto che conduce al Santo Sepolcro, e della signora De Luca
di Varallo che col marito fa affrescare dal Gilardi la cappella di San Giuseppe
nella Basilica. In campo pittorico nella seconda metà dell’ Ottocento erano già
stati attivi sul Sacro Monte, come si è visto, Paolo Emilio Morgari per i Discepoli
dormienti nel 65, quindi per la prima volta il Gilardi nell’ 80 con la Morte di San
Francesco e 1’anno successivo con gli affreschi per le cappella di San Giuseppe
nell’ interno della Chiesa Maggiore. Poco dopo subentra Francesco Burlazzi,
che nel 1885—86 rifà tutto il ciclo di affreschi nella prima cappella di Adamo ed
Eva, o del Paradiso terrestre e sempre nell’86 quelli della Fuga in Egitto.
Ora nel 98 si ritorna al Gilardi, il più celebre pittore valsesiano del tempo,
professore all’ Accademia Albertina di Torino, assai più noto del Burlazzi, non
solo in ambito valsesiano e piemontese, ma italiano.
Nel mese di giugno il sindaco di Varallo comunica alla giunta municipale
che è stato affidato a Pier Celestino Gilardi 1’incarico di presentare un bozzetto
che il pittore prepara sollecitamente, tanto da venir già approvato il 30 agosto
dal direttore dell’ ufficio regionale responsabile per la conservazione dei monumenti. Il 2 settembre la giunta autorizza il sindaco a procedere per i definitivi
accordi con 1’artista.
Il bozzetto spigliato e quanto mai efficace per sintesi ed immediatezza espressiva, vera impressione balenante, schizzato di getto, in cui viene presentato al
centro con pochi tratti il gruppo scultoreo del Marchesi per ottenere una visione complessiva dell’ effetto finale, ( mancante però la figura di s. Angela Merici
sulla destra ), era di proprietà di uno dei nipoti del Gilardi, lo scultore Pier Ugo
Tirozzo, figlio della figlia Corinna. Alla morte del Tirozzo (1987) ottenni dall’
esecutrice testamentaria signora Tarozzi, che venisse donato alla comunità dei
Padri Oblati del Sacro Monte, presso i quali oggi si trova, perchè la sua sede ideale in un domani, che mi auguro prossimo, dovrebbe essere nel Museo del Sacro
Monte.
Già il 22 ottobre 1898 sul giornale “Il Monte Rosa” un articolo loda 1’ affresco “questa settimana ultimato”. Il 26 viene dato ordine di pagare il pittore.
Quindi 1’opera, di cui non si è trovata traccia nè della firma, nè della data, deve
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