centro dell’aula con le due statue lignee di Gesù con la corda al collo “Con
una corda in collo da ribelo / Come un latron menato il sacro agnelo” e lo
sgherro che lo trascina.
La raffigurazione si conclude poi sulla parete di fondo con in basso i soldati
che si giocano le vesti (in gran parte occultati oggi dal gruppo statuario del d’Enrico) ed i due imponenti cavalieri dalle appariscenti armature di spettacolare
effetto che dovevano giocare un ruolo di sorprendente meraviglia negli umili
riguardanti di un tempo.
Questa continuità tra la parte scolpita e quella dipinta veniva a costituire la
prova generale per il capolavoro della Crocifissione, che Gaudenzio avrebbe realizzato diciotto scalini più in alto, sulla vicina roccia del Golgota una quindicina
di anni dopo.
Poi, la trasformazione seicentesca con la collocazione in primo piano del gruppo plastico della Pietà, che occupa buona parte del vano, ha alterato totalmente
1’equilibrio originario. Il gruppo scultoreo è venuto a far quasi da schermo, da
parav ento agli affreschi giovanili di Gaudenzio, relegandoli al ruolo secondario
di mero sfondo, sfruttando però cavalli e cavalieri, già della Salita al Calvario,
come un drappello equestre ancora presente sul luogo dopo la deposizione di
Gesù dalla croce, adagiato ormai pietosamente in grembo alla Madre. •
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