di S. Giuseppe costituiscono il complesso di Nazaret, così quelle dei Magi, della
Natività, dell’Adorazione dei pastori, della Circoncisione e del Secondo sogno
di S. Giuseppe, unite tra loro in un unico e quanto mai pittoresco raggruppamento di costruzioni, costituiscono il complesso di Betlemme.
Trattando della raffigurazione dei Magi abbiamo già dovuto accennare anche
alla cappella della Natività, e Grotta di Betlemme, una delle più antiche e suggestive di tutto il Sacro Monte.
Non essendo però ancora citata nel celebre atto di donazione da parte dei
cittadini varallesi al P. Caimi del 14 aprile 1493 in cui compaiono soltanto il
Santo Sepolcro, la cappella dell’Ascensione e la cappella “subtus crucem”, si
deve ritenere che essa sia stata eretta in un momento immediatamente successivo, sotto l’attenta e scrupolosa direzione dello stesso Caimi. Egli infatti, come è
ormai ben noto, si era prefisso di ricostruire sul “super parietem” varallese, con
la maggior fedeltà possibile, i Luoghi Santi di Palestina.
Già i più antichi illustratori del Sacro Monte, ad iniziare dal Fassola (1671)
avevano costantemente ripetuto che il “picciol Tugurio”, ossia la nicchia della
Natività ove sono le statue del Presepe, era del tutto simile a quella di Betlemme,
come si poteva leggere su di una tavola in caratteri d’oro fatta apporre al di sopra
dallo stesso P. Caimi con la seguente scritta: «Questo luogo è tutto simile a
quello di Betlemme, dove la Vergine partorì il suo Divin Figliuolo», scritta
ancor riportata dal Bordiga nelle varie edizioni della sua storia e guida del Sacro
Monte (1830, 1854,1857), segno che a metà del secolo scorso doveva ancora
trovarsi in loco, ma invano venne cercata poi dal Butler (1894).
È invece, non solo la nicchia, ma tutta la grotta una replica perfetta, sia per
forma, che per dimensioni, che per particolari (si noti per esempio la parete di
fondo che forma a metà uno sca lino), che anche per orientamento, come constatò per primo l’allora rettore del Sacro Monte, P. Angelo Trovati, nel 1963, della
grotta che a Betlemme, si trova al di sotto della grande basilica costantiniana.
Ma la sua eccezionale importanza sta nel fatto che mentre di fedeli riproduzioni del Santo Sepolcro molte ne furono erette lungo i secoli in occidente, ed
ancora abbastanza numerose sono quelle giunte sino a noi, essa è oggi con ogni
probabilità l’unica replica esistente al mondo della grotta di Betlemme del secolo XX è quella di Betlemme di Chivasso.
È pur vero che alla fine dell’età antica e durante l’alto medioevo, data la
grande venerazione per il santuario della Natività, vennero erette delle grotte
commemorative della nascita di Gesù: notissima fra tutte quella di S. Maria
Maggiore a Roma, del tempo di Sisto III, ricordata per questo anche come S.
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Cappella - 6