“super parietem”, o della comunità, del consorzio dei terrieri, proprietari allora
dello stesso “super parietem”, tra cui le casate dei maggiorenti varallesi, gli Scarognini in prima fila.
L’unico vero ostacolo, l’unico dubbio per me è dato dalla testimonianza della planimetria dell’ingegner Massone del 1772 in cui compare solo la parete
divisoria diagonale tra le due cappelle attuali e non la curva dell’abside che vi
dovrebbe aderire. Fu una piccola svista (come varie altre di quella planimetria),
ma per noi oggi di particolare importanza, da parte del Massone? Ma se così non
fosse, a quando allora dovrebbe risalire la costruzione della piccola abside?
Con molta probabilità tra il 1822 ed il 1826, quando venne rimosso dalla cappella il gruppo ligneo del Compianto sul Cristo morto, o della Pietra dell’unzione, oggi in Pinacoteca a Varallo, venne sostituito da quello di Luigi Marchesi
di Saltrio. Ma pare veramente strano che la scena sacra possa essere rimasta per
oltre tre secoli in umile ambiente senza un fondale decoroso e regolare, ma con
una parete di fondo sghemba e con un breve tratto sulla destra la parete sopravanzante al lato di mezzogiorno della cappella della Pietà, pur esso sbieco.
Mi pare, tutto sommato, più logico pensare ad una svista, ad una modesta
dimenticanza dell’ingegner Massone, o di un suo aiutante, nel non aver segnato
la curva dell’abside. Come si può constatare è tutta una problematica nuova a
cui purtroppo per ora non è possibile dare una risposta certa. Bisognerebbe poter attuare dei sondaggi mirati ed accurati per chiarire l’intricata situazione, il
dilemma che ho prospettato, essenzialmente per verificare la situazione sotto la
copertura del tetto, che potrebbe chiarire vari dubbi, e poi eseguire dei sondaggi
sulle pareti esterne, ma soprattutto nella conca dell’abside per controllar