riferendosi a un documento della biblioteca della Società d’Incoraggiamento
del disegno, smentiva quella tradizione, affermando che il vecchietto era il ritratto di un membro della famiglia Vecchietti di Rasco di Valduggia, un ramo
della quale si era trasferito a Varallo alla fine del Settecento ed è ricordato tra i
benefattori del Sacro Monte. Lo stesso Contini nota che in tale epoca la statua
già da più di un secolo occupava l’attuale posto. Ciò nonostante quest’ultima
notizia insostenibile è stata ancora ripetuta nella guida del 1995.
Si esaurisce così un breve romanzo, un piccolo giallo, o anche solo una curiosità priva di fondamento, che ha tuttavia tenuto desta l’attenzione degli studiosi
per circa un settantennio. È veramente il caso di dire: tanto rumore per nulla!
Il ciclo pittorico - Inchiodazione e Deposizione
Architettura, scultura, pittura: le tre componenti di ogni cappella del Sacro
Monte. Terza tappa, terzo capitolo nella realizzazione di quella di Gesù deposto
dalla croce, gli affreschi.
Cronologicamente la cappella, come è documentato, è stata eretta subito
dopo quella dell’Inchiodazione, l’una alla destra e l’altra alla sinistra del Calvario gaudenziano, a creare un complesso concepito unitariamente e realizzato in
totale sintonia anche per quanto riguarda gli artefici.
Le architetture di ambedue sono state progettate da Giovanni D’Enrico; i
due gruppi scultorei sono stati ideati e realizzati sempre dal D’Enrico con la collaborazione dell’allievo e socio Giacomo Ferro. Il ciclo di affreschi della prima
viene dipinto da Melchiorre Gherardini, o Gilardini, come si diceva un tempo. È
dunque ovvio che anche quello della Deposizione venga affidato alla sua mano,
soprattutto visto l’esito assai valido di quello precedente. Melchiorre Gherardini è l’erede diretto della grande, irrepetibile stagione della pittura lombarda
del primo Seicento, quella del Morazzone, del Cerano, suo suocero e maestro,
di Daniele Crespi e del nostro Tanzio da Varallo. Al Sacro Monte Melchiorre
aveva potuto calarsi nell’atmosfera, nel clima soprattutto del Morazzone e del
Tanzio, cercando di creare una continuità stilistica, compositiva e anche sentimentale tra le loro opere e la sua nella cappella dell’Inchiodazione. Ed è evidente
che la fabbriceria deve esser stata soddisfatta del risultato raggiunto.
Compiuto questo primo ciclo attorno al 1640, forse per la cronica mancanza
di fondi, si attende l’anno successivo prima di affidare al pittore il nuovo incarico per i dipinti della Deposizione. Nel frattempo però il Gherardini è sempre
in stretto rapporto con l’ambiente del Sacro Monte; infatti il 3 maggio 1641 la
fabbriceria affida “a Melchiorre Ceranino o Gilardino pittore Milanese” la stima
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Cappella - 39