più aggiornate ed approfondite per lo più con splendide riproduzioni a colori.
Cito soltanto i volumi di Marziano Bernardi, del Viale, del Mallè o del Testori,
ad iniziare dagli anni cinquanta del Novecento, seguiti in questi ultimi tempi da
una produzione sempre più vasta.
Commenti critici - Studi
In una descrizione complessiva della cappella del Calvario, un aspetto da
mettere in evidenza, dopo di aver preso in considerazione le riproduzioni pittoriche, grafiche e fotografiche che la riguardano, è anche quello degli scritti,
cioè dei testi, degli studi, dei commenti critici, in una parola della letteratura
che nel corso di ormai quasi cinque secoli, si è in qualche modo interessata del
capolavoro gaudenziano. Sono a volte ricerche mirate nell’intento di illustrarla,
descriverla, studiarla, indagarne le vicende non sempre chiare, penetrarne i più
alti valori creativi. Sono più spesso scritti che trattano dell’opera complessiva e
della personalità di Gaudenzio, o dedicati al Sacro Monte varallese o al fenomeno dei Sacri Monti, o ancora al più vasto contesto della storia dell’ arte italiana
de l Cinquecento.
Ne emerge un panorama vastissimo, insospettato, su cui è necessario soffermarsi brevemente, anche solo per darne un’idea.
Molto infatti si è scritto al riguardo. Talmente abbondante ne è la fioritura
e talmente importante, oltre che dal punto di vista religioso e devozionale in
genere, per il campo degli studi della storia e della critica d’arte, che sarebbe
veramente auspicabile che qualche giovane studioso vi dedicasse un lavoro attento, sistematico, appassionato, o una seria, rigorosa e completa tesi di laurea.
Si tratterebbe di un capitolo, o meglio di una trattazione del tutto nuova, di una
vera e grossa sorpresa.
Manca infatti a tutt’oggi anche solo una ricerca, per quanto sommaria, sull’argomento. Appena una quarantina di anni dopo che Gaudenzio aveva dato compimento alla raffigurazione della cappella, la più ispirata e significativa del Sacro
Monte, anzi, di tutti i sacri Monti, nella guida in versi del 1566 (la seconda in assoluto della Nuova Gerusalemme, dopo quella del I514) compilata e stampata a Novara dal tipografo e scrittore valsesiano Francesco Sesalli, ben cinque ottave sono
dedicate ad esaltare con sincero entusiasmo e intensa partecipazione il mistero.
Solo quattro anni dopo, nella seconda edizione, verrà aggiunta una sesta ottava, quasi una necessaria sintesi, assai acuta ed ancor valida oggi nel mettere a
fuoco l’importanza assoluta dell’opera, che non trova uguale nell’iconografia
della Crocifissione:
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