stesso principe ereditario, il futuro re Vittorio Emanuele III).
Tra gli artisti valsesiani si interessano alla fotografia proprio Pier Celestino
Gilardi e particolarmente lo scultore Pietro Della Vedova di Rima, uno dei più
celebri nell’ambiente torinese dell’epoca.
Il Della Vedova era stato incaricato di eseguire i restauri delle sculture nelle
cappella del Cristo in croce, effettuati nel 1991-92.
Di lui, fotografo di opere d’arte valsesiane, si conserva un rarissimo e prezioso
volume, o meglio, cartella di grandi dimensioni, intitolata: L’Arte in Valsesia
– Raccolta Fotografica dello scultore Pietro Della Vedova, Torino, 31 - Corso
Siccardi – 31, 1894, stampato dalla Stamperia Reale di G. B. Paravia e C.
Viene quindi da pensare che sia stato realizzato principalmente nel periodo in
cui il Della Vedova era impegnato per i restauri della cappella di Gesù in croce.
La cartella, stando all’indice, è costituita da cinquanta tavole sciolte di cm. 45
x 33,5, di cui ben qindici, dal n. 4 al 18, riproducenti affreschi e statue della cappella XXXVIII di Gesù sulla croce. L’unica copia della cartella, o volume, a me
nota (ma ricordo che una esisteva nella Pinacoteca di Varallo all’epoca di Emilio
Contini) è formata invece solo da quarantadue tavole, di cui però ben diciassette
riguardano la Morte di Gesù, e di esse dodici sono di dimensioni più ridotte.
Nonostante queste poco spiegabili differenze, la raccolta assume un valore
documentario di eccezionale importanza per riscontrare la situazione di affreschi e statue nell’ultimo decennio dell’Ottocento e per leggere numerose scritte
e firme graffite nel corso del tempo da molti visitatori, nitidamente visibili in
alcune delle riproduzioni.
Allo stesso periodo di fine secolo appartiene un altra serie di riproduzioni
fotografiche di affreschi gaudenziani sul Sacro Monte, tanto della cappella dei
Magi che di quella del Calvario, anch’essa assai preziosa per 1’epoca, per 1’alta
qualità, per l’importanza documentaria, facente parte della campagna fotografica della celebre e pionieristica casa fiorentina dei Fratelli Alinari.
Nel 1903 è a Varallo l’avvocato Secondo Pia, il notissimo primo fotografo
della Santa Sindone, che riprende 1’affresco dalla parete gaudenziana alla Madonna delle Grazie, ma che certo avrà fotografato anche i vari capolavori di
Gaudenzio al Sacro Monte.
Con il nuovo secolo le riproduzioni fotografiche diventeranno sempre più
un fatto abituale, una consuetudine con lo scopo di illustrare con le riproduzioni di ogni cappella le varie guide che si andranno via via pubblicando. Campagne fotografiche dei capolavori di Gaudenzio o di altri famosi pittori, come
il Tanzio o il Morazzone verranno effettuate per studi e pubblicazioni sempre
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