I restauri della cappella - Le modificazioni dell’esterno
Nel corso di quasi cinque secoli il capolavoro gaudenziano della Crocifissione
ha subito, come si è visto, e com’ era quasi inevitabile, varie vicissitudini. Prima
e più vistosa di tutte, la totale modificazione, o alterazione nella parte esterna
della cappella, con aggiunte, soprelevazioni, ecc..., tanto che alla fine la cappella
è risultata completamente incapsulata dalle strutture murarie via via aggiunte.
Anche l’interno ha subito degli interventi, fortunatamente meno vistosi, con
l’erezione e le succe ssive modifiche dei tramezzi divisori per separare la zona
riservata ai visitatori da quella occupata dalla scena scultorea.
Trattandosi poi della cappella più famosa e importante di tutto il Sacro Monte varallese, è naturale che sia sempre stata circondata da particolare attenzione.
In quasi mezzo millennio è ovvio che sia stato più volte necessario provvedere
alla buona conservazione degli affreschi e del complesso, soprattutto per le parti
più fragili, con aggiustature, ritocchi, piccoli rifacimenti.
Ciò dovette verificarsi ripetutamente nel corso del Sei e Settecento, come opera
di ricorrente e ordinaria manutenzione. Ma è nell’Ottocento che col passare
del tempo i problemi si sono andati facendo sempre più pressanti e impegnativi.
La stessa soprelevazione della cappella, attorno al 1830, è dovuta non tanto all’esigenza di darle maggior prestigio rispetto alle due laterali, quanto per
ovviare al problema dell’umidità proveniente dalla copertura gaudenziana, che
aveva resistito per ben tre secoli, ed al conseguente degrado dei dipinti, come
mostra il Bordiga nella sua storia e guida del Sacro Monte.
Ed è principalmente in vista dei necessari interventi conservativi di tutto il
complesso che nel 1875 viene istituita a Varallo la ormai storica e benemerita
Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia,
come attesta l’articolo 2, par. A dello Statuto.
Gli interventi sulle parti pittoriche e scultoree
Intanto già nel 1871 era intervenuto l’abate Malvezzi con un suo preparato
per ravvivare il colore degli affreschi, sia della Crocifissione che dei Magi, che
dopo non molti anni si dimostrerà negativo, soprattutto per i dipinti della parete destra del Calvario. Così nell’84 si fa un tentativo per asportare la vernice
stesa dal Malvezzi solo tredici anni prima, che molte polemiche aveva suscitato
in ambito locale. Ma anche questa volta senza esito positivo.
Del 1891-92 sono gli interventi del celebre scultore Pietro Della Vedova di
Rima per la parte scultorea, che nel 92 completa il restauro delle parti statuarie
danneggiate. Queste per scrupolo vengono poi ridipinte solo nei tratti rifatti e
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