cessiva cappella dei Magi, in cui mancano gli affreschi sulla quarta parete, quella
in origine posta alle spalle dei visitatori, né più avverrà in altre cappelle del nostro e degli altri Sacri Monti.
Solo Giulio Romano a Mantova, nel Palazzo del Te, poco più di un decennio
dopo userà un’identica soluzione e raggiunegrà un analogo effetto, senza però
la presenza della parte scultorea, nella notissima Sala dei Giganti, eseguita da
Rinaldo Mantovano (1534), in cui le pareti si fondono con la volta dell’affresco
della Caduta dei giganti fulminati da Giove di effetto spettacolare.
E viene da chiedersi se il pittore non sia stato forse qualche tempo prima a
Varallo, richiamato dalla fama del ciclo gaudenziano, non ne sia stato profondamente impressionato e non ne abbia ripreso alla lettera l’ardita e sorprendente
impostazione, solo in chiave profana e mitologica, non più sacra.
Dopo di lui, soprattutto in palazzi e ville della Lombardia orientale, ma anche nel Veneto, molte saranno le riprese, le imitazioni, le derivazioni in saloni
e stanze totalmente affrescate a 360 gradi, sia con soggetti mitologici, sia con
composizioni storiche, sia con scene idilliache, sia soprattutto con paesaggi en
plein air, che avvolgono l’intero ambiente, fino all’Ottocento.
Ma il punto di partenza, lo spunto, l’avvio, la base, anche se fino ad oggi
non ancora riconosciuta, è la cappella del Calvario della Nova Jerusalem vallarese.
I collaboratori - Il tramezzo divisorio
In un’impresa così grandiosa, complessa e impegnativa come la realizzazione
della cappella del Cristo sulla croce, Gaudenzio, maestro straordinario e ideatore eccezionale, non potè operare da solo, ma dovette giovarsi dell’intervento
di più di un allievo, di più di un collaboratore, sia per i lavori più umili, che per
parti di maggior responsabilità.
Data la fama ormai raggiunta dal maestro, certo dovevano essere più di uno
i giovani attratti dalla sua bottega varallese per apprendere l’arte della pittura e
della scultura, provenendo sia dalla valle sia dalle zone limitrofe del Novarese e
del Vercellese. Né è da stupire che lo stesso Gaudenzio abbia potuto chiamare
qualche suo amico a prestargli la sua opera di collaborazione per un’impresa di
tanto impegno.
Allievi e collaboratori
Non si possono per ora avanzare che delle ipotesi su chi, sotto il suo controllo, le sue direttive ed i suoi consigli abbia dato il suo contributo, piccolo o
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