vedibili e di esito validissimo.
La tensione drammatica che investe tutta l’atmosfera della scena dolorosa,
viene accentuata dai tanti contrasti tra figure calme e figure agitate, tra espressioni dolenti ed espressioni adirate, violente, irose, trapianti e ghigni satanici,
tra costumi ricchissimi, curiosi, pittoreschi, esotici ed altri semplici e dimessi,
mentre su tutto trionfano armature e bardature sontuose ed elaborate di chiara
derivazione dal Perugino, la cui influenza su Gaudenzio mi pare finora troppo
sottovalutata. Basti pensare agli elmi con fantasiosi e complessi cimieri dei sei
eroi antichi nel ciclo ammiratissimo della Sala delle Udienze nel Palazzo del
Cambio di Perugina, affrescato dal Perugino tra il 1497-98 e il 1500, che Gaudenzio non può non aver visto e memorizzato come una grossa novità nel suo
viaggio nell’Italia centrale ed a Roma, avvenuto pochissimi anni dopo.
È tutta una sapienza psicologica che affiora, anzi, che si sviluppa ed esplode,
che il maestro sa intuire ed esprimere con resa magistrale, svelando le reazioni
istantanee, le espressioni più varie ed atteggiamenti, non solo i volti, svelano gli
stati d’animo e li colgono fin nelle più intime fibre. Ci si trova di fronte ad una
lezione, ad un trattato di psicologia per immagini, immediate, colte sul vivo,
dall’esperienza della vita vissuta. Ma sono soprattutto i moti dell’animo, assimilati dagli ammaestramenti e dalle esperienze di Leonardo durante i soggiorni
milanesi, e prorompenti qui a Varallo in appassionato e coinvolgente dramma.
Tutti gli elementi e le esperienze artigianali mirano a questo scopo. Non solo
l’uso del legno e della terracotta per realizzare le statue, ma anche quello dei più
svariati materiali e di tecniche miste (cartapesta, cera, cuoio per le bardature dei
cavalli, stucco e pastiglia per le decorazioni dorate in rilievo, cartone dipinto,
finimenti in metallo, parrucche e barbe ecc.) vengono sfruttate per l’esito più
efficace, per catturare l’occhio e l’animo del visitatore. E c’è solo da attendere
la relazione dei restauri dello scorso decennio per poterli conoscere con rigorosa
ed attenta analisi. È un’esperienza basilare, è la lezione per eccellenza per tutti i
successivi statuari che si impegneranno nel realizzare dopo Gaudenzio le molte
cappelle del Sacro Monte varallese ed anche di tutti gli altri Sacri Monti piemontesi e lombardi nei due secoli seguenti.
Molte delle figure poi modellate da Gaudenzio per questo sacro dramma del
Calvario, come ben si sa, s