commemorativi in mezzo ad una piazza ad esaltare in chiave eroica i due condottieri. A Milano Leonardo aveva eseguito il modello al naturale del cavallo
per il monumento a Francesco Sforza, distrutto dai Francesi nel 1499, prima
che potesse essere realizzato in bronzo, e poi ancora, durante la sua seconda
permanenza milanese si era impegnato intensamente per creare il monumento equestre del maresciallo Trivulzio, anche questo non eseguito, i cui studi
preparatori giungono fino al 1513. L’idea dunque del monumento equestre, o
anche solo della statua di un imponente cavallo è viva, è sentita particolarmente nel mondo artistico dell’Italia settentrionale ad iniziare dagli ultimi decenni del quattrocento. È direi quasi un’aspirazione degli scultori, un loro ideale
ottenere l’incarico di modellarne uno. Ma nessun cavallo trova realizzazione
in tutta l’area padana. Gaudenzio dunque è posto di fronte ad un’occasione
unica e ad un clima culturale interessatissimo alla realizzazione di due statue
equestri, particolarmente dopo il grande, ma non concluso esito dei due incarichi dati al genio di Leonardo, tramontati proprio solo sette od otto anni
prima che il nostro Gaudenzio vi si cimenti. E si tratta anche qui di due gruppi
che si richiamano al mondo classico, trattandosi di centurioni romani.
Dopo le due figure dominanti dei due cavalloni con i loro cavalieri ai piedi
del Cristo in croce, Gaudenzio modellerà quelli della cappella dei Magi. Ma il
capitolo della scultura equestre si chiude qui. Fuori dal Sacro Monte, per tutto
il secolo nell’area padana questo tema non avrà seguito, salvo il caso dei quattro
gruppi lignei in un salone del Palazzo Ducale di Sabbioneta nel Mantovano,
ormai nella seconda metà del Cinquecento, anch’essi dunque non all’aperto,
non in una piazza, non in marmo o in bronzo. Per trovare un esemplare aulico,
ufficiale bisognerà arrivare al 1594 col monumento di Cosimo I de’ Medici del
Giambologna in piazza della Signoria a Firenze.
Così a Varallo nell’aula del Golgota, tutt’attorno ai tre crocifissi lignei, campeggianti sull’alto, completati i due gruppi equestri, Gaudenzio può distribuire
con innata e spontanea sapienza scenica e l’accortezza di uno straordinario regista, tutte le altre figure modellate in terracotta.
Aspetti particolari della raffigurazione scultorea
Passando dall’orchestrazione generale della folla plasmata da Gaudenzio in
scultura e dai vari gruppi alle singole figure, ai singoli elementi che compongono la sacra rappresentazione, si colgono molteplici aspetti, varie caratteristiche,
sia di invenzioni geniali, di creatività artistica, sia di sorprendenti soluzioni ed
esperienze tecnico-artigianali, sia di espedienti originali quanto mai vari, impre525