fulcro di tutta la composizione, cioè ai tre crocifissi, non disposti staticamente
a metà verso il fondo, con effetto troppo simmetrico e bloccato, ma lievemente
spostati verso sinistra, sia per non porre il Cristo quasi nascosto dietro al gran
pilastro centrale, sia per adeguarsi più fedelmente alla situazione di Gerusalemme, ove il punto in cui era piantata la croce si trova nella parte nord della cappella del Calvario, come giustamente ha osservato Guido Gentile, e come doveva
essere segnato negli appunti e nei disegni portati dal Caimi dalla Terra Santa e
certo ancora esistenti ed usati come traccia al momento della realizzazione della
cappella gaudenziana.
La statua lignea del Cristo crocifisso, così austera ed interiorizzata, da tutti sempre ritenuta anteriore al complesso scultoreo, e che io ho costantemente
pensato essere quella della prima redazione della cappella ed essere una delle prime testimonianze del giovane Gaudenzio scultore, viene riutilizzata con qualche accorgimento per la sua collocazione assai più elevata rispetto a quella precedente. Ma per una più approfondita analisi dell’opera è necessario attendere la
relazione scritta dei lunghi interventi restaurativi operati nell’ultimo decennio
del secolo XX.
Gli altri due crocifissi, d’una modellazione superba e d’una morbidezza pari a
quella della terracotta, vengono eseguiti in legno per la grossa difficoltà di appendere sulle croci due pesanti statue plasmate in terracotta. Ma dopo i tre protagonisti viene da credere che Gaudenzio abbia pensato alla realizzazione dei due cavalli,
o dei due gruppi equestri, data la loro presenza così dominante nell’iconografia
tradizionale della Crocifissione e dato il notevole volume e la loro imponenza nel
contesto delle cappelle del Sacro Monte. Già nella Crocifissione di S. Maria delle
Grazie i cavalli occupano un grande spazio con la loro mole insinuandosi ovunque. Sono ben sette quelli che vi compaiono, o interi in tutta la loro monumentalità, o solo in parte. Di un ottavo, all’estrema sinistra, si scorge solo l’arco della
criniera.
Ma nella vastità della cappella del Sacro Monte vi è spazio per una ben più
ampia schiera, per un intero squadrone, evidenziato al centro da due cavalli in
scultura nella scena madre, e dilatato dall’assieparsi di tutti gli